Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1949>   pagina <151>
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Garibaldi nei rapporti degli agenti diplomatici napoletani 151
E confermisi lo sbarco di Larici aver avuto luogo con precipitanza e contro lo ultime istruzioni mandate dal Capo Demagogo, il quale intendeva attendere altre due o tre setti' mane. Egli è in relazione con Brofferio, Deprelis, Mellanu, Valerio, Piemontesi di colore repubblicano. Con questo appoggio indigeno, e con quello di moki emigrati, vuole che il Piemonte sia centro delle sue operazioni e così si assicura una ritirata agevole ed una quasi impunità*
A prescindere dalla spedizione di Lerici, un'ultra di numero presso a poco uguale ne sarebbe preparata contro la S. Sede. Deve parure da Grecia, dove-i cospiratori sarebbero riuniti, ne sarebbe capo un Agostino de Agostini (suppongo sia Cesare Agostini, il quale ha figurato in Roma nelle epoche del Triumvirato ed era a Londra segretario di un comitato mazziniano) e si dirigerebbe nelle vicinanze di Fiumicino, o le circostanze non permetten­dolo, in qualche punto dell'Adriatico.
Gli individui che sbarcano hanno ordine, se lo spirito dirivoluzione non trovi seguaci, di perdersi nelle montagne e di procurare di sostenersi alla meglio, seducendo ed 'intimi' dendo gli abitanti ed organizzando, guerriglie, progetto favorito dal Mazzini, sin da che or è un anno commetteva ad Orsini la spedizione di Sarzana.
Atteso quanto sopra è accennato, ed atteso lo anormale presente stato della Grecia, è prudente doppiar di vigilanza in quella parte dei Reali Domini dove le provenienze di Grecia risultano più brevi e più facili.
Garibaldi è sempre a Genova, deve recarsi a Nizza a visitare i suoi figli, come se i figli non avessero potuto da Nizza venire a Genova a visitare il padre. La di lui dichiara­zione indicata nel mio n. 1022 non è ancora comparsa e la presente condotta di quest'uomo è un mistero, la di cui soluzione forse dipende dagli avvenimenti. Tutti qui concordano nel dire che i tentativi di Mazzini sono follie che non hanno effetto, che non meritano considera­zione, voci false ad arte diffuse dagli interessali per non esser puniti nel presente, o tormen­tati nell'avvenire dai Ministri e dagli impiegati del Governo, che vogliono mostrare il costituzionalismo poggiato su basi solidissime e finalmente, da quella minima quantità di persone che non credono alle cospirazioni se non quando vedono i risultali.
Canqfari.
A S. Eccellenza Carafa di Traelto Napoli
Allegato 2.
N. 1032. ' Torino 26 maggio 1854.
Signor Cavaliere,
Garibaldi, mi dice, il Ministro degli Affari Esteri, si è recato a Nizza ove ha tré figli. Prima di lasciare Genova ha scrìtto a quello Intendente sig. Buffa una lettera nella quale ripete le sue proteste di sommessione al Governo Sardo, e di separazione dal partito Mazzi­niano. Credono questi Ministri che tal documento valga la già promessa .dichiarazione die pubblicata, se le circostanze il richieggono, comprometterà V individuo col partito repubbli­cano. A Nizza Garibaldi, annunziando come faceva in Genova di esser indisposto, guarda la casa. Bla in pari tempo mandato un suo congiunto allo Intendente di Nizza Sig. La Mar-mora per ripetere a voce le assicurazioni date per iscritto allo Infondente di Genova.
Pare che il Ministro sia persuaso di tali proteste, pare sia persuaso essere Garibaldi estraneo ad ogni partecipazione neWultimo sbarco di Lerici e non credo ingannarmi se fin da ora preveggo che si concederà al periglioso condottiero di fissar stabilmente la sua residenza in Piemonte.
La concessione sarà motivata su quello che ho sopra connato e agli oppositori e a quei che, con giusta ragione, accuseranno il governo di mal consigliata condiscendenza si rispon­derà esser di miglior politica tener Garibaldi in questi Stati e sotto gli occhi piuttosto che
nello straniero e senza sorveglianza.
Canofarl. A S. E. Carafa di Traetto - Napoli.