Rassegna storica del Risorgimento

DOLFI GIUSEPPE ; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1949>   pagina <169>
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Lettere inedite di Giuseppe Mazzini a Giuseppe Dolfi 169
Doifi mio, se potete convincere i nostri del debito loro verso la povera Venezia, fatelo. Abbiamo gli occhi di tutta Europa su noi* Se no, pazienza e Dio salvi l'Italia dall'anar­chia e dai disegni deWalleato.
Vostro Gius.
IX.
14 novembre 1861. Dolji mio,
Due parole di tempo in tempo.
Aveste una mia Nota sulla posizione attuale. Meditatela, vi prego, e vedete di appli­carne quel tanto che potete. Abbiamo passato l'anno in parole. Vediamo, perdio, di non passar Poltro. Questo gridar sempre: faremo; vogliam Venezia e Roman poi, lasciar fare e non far nulla dì pratico noi stessi, comincia a screditarci e farci passare per fan­ciulli. Abbiamo conquistato il Sud: bisogna conquistare il Nord. Nessuno avrà l'inizia­tiva se noi non l'abbiamo.
H Governo ciarla d'averla in primavera; ma, supposto che ne abbia intenzione, giunta al punto, non oserà realizzarla. Il Governo non può, senza il biasimo di tutta l'Europa officiale, dichiarare un bel giorno la guerra all'Austria. È necessaria una iniziativa popo­lare che lo mostri costretto. Son cose tanto elementari queste che in verità non si dovrebbero neppure dire
Bisogna dunque prepararci ad agire. Avremo allora Governo e Garibaldi.
Raccogliendo, voi tutti dovreste serbare i fondi raccolti, finché non raggiungessero una cifra necessaria alla compra dell'armi. Garib{aldi) dovrebbe essere il capo delle imprese; ma queste imprese devono essere scelte e organizzate dal paese. Garibaldi) spingeva ieri ad un moto sul Viterbese: oggi, dice, per bocca di Turr, che non bisogna provocare un moto alcuno. Evidentemente, il paese non pub trascinarsi dietro a tutti questi mutamenti personali.
Come frazione d'uomini politici dovreste porvi in contatto fraterno coli'Associa-z(ione) Unitaria di Genova; e promuovere Vunione di tutte le Associazioni simili in una grande Associazione Nazionale,
Come Operai, continuate senza irritarvi: lasciate le Società piemontesi a se stesse.1) Unite quante pia Società potete. A poco a poco, vedrete le Società dissidenti venirvi a una a una. Avrete più eco di Stampa Europa: avrete più fondi, e più vita.
Scrìvetemi qualche parola e credetemi sempre vostro aff.o Giuseppe.
X.
29 dicembre {1861}. r Buon anno, caro Dotfi: per voi e per Venezia. Non pensiamo ad auro: il resto verrà.
Non posso scrivervi ora: non ho tempo e sto male. Ma vi scriverò presto. Vi so in contatto con B(ertanir-ellazzi?) amico di Garibaldi) e mio pure. Facendo con lui ò come se faceste con me.
Vostro sempre Gius,
l) Al IX Congresso degli Artigiani d'Italia, convocato in Firenze nel settembre 1861, uà parte delle Società Operaie aderenti, ipecialntente piemontesi, dissentendo sui terreno della politicità del movimento operaio, avevo abbandonato i lavori, indi­cendo poco dopo TI Contro-Congresso ad Asti.