Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno
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1917
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pagina
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747
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Il governo napoletano e la lega italiana nel marno e aprile 1848 IMI
princìpi italiani? videa tornente il rifiuto di Carlo Alberto comprometteva, il buon esito delle laboriose trattative per l'accordo, e gli sforzi eli re Ferdinando e di Pio IX a prò della lega erano destinati a fallire.
H 24 aprile i plenipotenziarii napoletani, accompagnati dal Ludolf, furono ricevuti dal papa, ài topÉS manifestarono l'opportunità anzi la necessità di concludere una lega tra i principi costituzionali e riconosciuti d'Italia, e per salvare la penisola dalle discordie intestine, e per tenerla ferma ed unita nei principio monarchico, e per vincere lo straniero, e per dare un assetto stabile alla nazione senza incorrere in turbamenti interni Pio IX aderì immediatamente all'ordine di idee del Governo napoletano, e assicurò di aver già invitati gli altri principi italiani a mandare la loro adesione. Solo Carlo Alberto aveva risposto negativamente; tuttavia sperava che, dietro nuove istanze, anch'egli destinasse i suoi plenipotenziarii a Roma. Quando però non gli avesse voluto mandare, non si sarebbe potuto far nulla . Seguitando il suo discorso, il Pontefice si mostrò dolente di veder risorgere quello spirito municipale, che teneva divisi gli animi degli Italiani, ed espresse il voto che esso si spegnesse per sempre. Rivoltosi poi al Colobrano, disse che la lega sarebbe servita a calmare certe furie popolari è certe opinioni esorbitanti, e che forse anche i malumori siciliani si sarebbero chetati. Essendo caduto il discorso sulla Sicilia, il papa colse l'occasione per disapprovare Fatto del 13 aprile, notando che gli stessi abitanti dell'isola non erano stati unanimi nel ribellarsi al loro re, come dimostrava il contegno di Cal-tanissetta e di Siracusa. -33 per meglio chiarire le sue idee al proposito, disse che egli, padre di tutti i credenti, avrebbe ricevuti i rappresentanti della Sicilia gitinfóla pina, ma senza punto impegnarsi a riconoscere rindipendenza -dell'isola. Dopo di ciò i plenipotenziarii napoletani furono congedali.'
Ma ormai la sorte della proposta napoletana era segnatale niente, avrebbe potuto più. mutarla. Prima che giungesse 'la(risposta defìni-Ltìvàmentenegati va del Governo piemontese! plenipotenziarii di Ferdinando II Compresero tutta la difficoltà della posizione in cui si trovavano. I rappresentanti di Carlo Alberto non erano e non sarebbero giunti; quelli del Granduca, sebbene annunziati, non s'erano fatti vedere. Il Governo pontificio, nonostante le insistenze del Ludolf
i Bapporto ael Colobrano al Dragonel, 25 aprile 1848 {Fascio 4185), pubblicato solo in parte dal BiAKcra, Ti 4M-