Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno <1917>   pagina <748>
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(? Paladino
e del Golobranoè sembrava non volesse abbandonare l'atteggiamento di opposizione al passaggio delle truppe napoletane attraverso le Marche e le Romagne.1 Infine i rappresentanti siciliani non solo erano giunti in Roma; ma sarebbero stati ricevuti dal papa, il quale si era limitalo a chiamare ìnahimori gli atti rivoluzionarii compiuti dal Governo di PalermoI Insomma un insuccesso completo !
In vista di ciò essa spontaneamente si sciolse prima ancora che il Governo la richiamasse. Casimiro De Lieto, che nella Missione rappresentava insieme col duca Proto la parte politica avanzata,J fin dal 27 aprile chiese il richiamo con una lettera confidenziale al Dra-
1 Per chiarire meglio il punto di vista della Santa Sede sulla questione del passaggio delle truppe napoletane attraverso gli Stati pontifìcii, riferisco il conte­nuto di un rapporto del Colobrano (22 aprile 1848Fascio 4187). 11 card. Anto-nelli - cosili Colobrano - pur essendo pienamente convinto della necessita della unione, di allontanare pel momento ogni altra questione e d'inviare subito le truppe nelT Italia settentrionale, era dolente ohe 0 Governo napoletano non volesse stare al convenuto pel passaggio delle truppe stesse. Il prìncipe di Cariati aveva chiesto fin dal 26 marzo il passaggio :dl ;6 nula uomini per la toscana, ondo essere impiegati a seconda delle occorrenze ohe potranno presentarsi . Ciò Un. accordato dal Governo pontificio. < Ora si chiedeva di far baso di operazioni Ancona o Ferrara, e di uscire dogli Stali pontificii nella Lombardia. Dello due richieste, la prima si prestava ad ambiguità per le imprudenze di molti in Kapoli che avevano detto volersi occupare Ancona, cosa che avrebbe mandato tutto per 1' aria; la seconda, per andare troppo apertamente al suo fine, si rende d'iuxpos* sibilo trattazione . Il Governo napoletano aveva chiesto il passaggio per la; Toscana e l'aveva ottenuto : ora ohe lo domandava per la Lombardia, il Governo pontificio non si sentiva di poterlo accordare. Esso sapeva bene .che la guerra doveva farai alle armate austriache, e per principii a lui particolari lo tollerava, non potendo impedirla; ma non voleva con atti da lui emanati dar prova ohe l'avesse voluta. Essere intenzione del Governo pontificio di difendersi, se aggre­dito; ma non di voler portare la guerra in altri siti. Ir E. "V., con le istruzioni a me date, sembra rispondere - diceva il Colobrano - a questa obiezione, con dira essere si/fatta difficoltà appianata dal fatto medesimo delle truppe ponti fide, le gitali hanno già passato il Po; ma il Governo pontificio asserisce che tale atto non a da osso approvato, ma fu compiuto con violenza, é 'emiÈ'.o la ima volontà, menda, esso ordinato alle truppe di guardare i confini. Anche il Lu-dolf, scrivendo al Dragonettl il 24 aprile Rasoio 4185), esprimeva il parerò ohe il governo della Santa Sedo non si lascerebbe rimuovere dal proposito di far passare le troppe pel suo territorio; ciononostante egli insisterebbe per ottenerlo, riflettendo alle conseguenze di un rifiuto in un momento, in cui dobbiamo stret'
tinnente legarci*
u II nome del De Lieto figura nella lista dei ministri proposta dal partito
progressista durante la crisi della fine del marzo.