Rassegna storica del Risorgimento

FOLLIOT CRENNEVILLE FRAN?OIS
anno <1949>   pagina <200>
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200
Pietro Pedrotti
il quale doveva giustificare il gesto del 24 maggio e dimostrare che gli uomini che col­pirono non era miserabili, ma gente esaltata a cui il furore, gli antichi rancori e la vendetta avevano armata la mano, quali mandanti di tutta la cittadinanza, sempre memore della ferocia del suo vecchio tiranno.
Questo scritto il cui autore tutti dicevano fosse lo stesso Guerrazzi veniva largamente distribuito agli onesti di ogni partito perchè imparassero a conoscere meglio le malefatte di quel proconsole dell'Austria, e il patriottismo della nobile Livorno, che come Milano e Brescia aveva fatto la protesta del sangue contro l'oppressione stra­niera. Accennando al gesto del Creuneville di far ritorno a Livorno, campo delle sue nefandezze, il memoriale osservava che i liberi cittadini nella pienezza della propria coscienza senza distinzione di partiti, negavano che quel generale avesse potuto essere, nonché ringraziato, scusato da chiunque chiudesse in cuore senso alcuno di umanità. Presentandosi d'un tratto a Livorno come un attore famoso che ritorni in scena a rac­cogliere nuova messe di applausi, la pazienza offesa in taluno doveva diventare fu­rore, e così, mentre stava per lasciare la nostra sponda egli fu investito da mani ignote e cadde sfregiato nella faccia. Il memoriale si poneva poi queste domande: a È onesto per la colpa del singolo infamare la universalità dei cittadini ? E giusto trovar sempre sconfinati sdegni contro il calpestato che si rivolta e non mai una paròla contro l'op­pressore che calpesta ? E noi condannando l'assassino, non cercheremo se concorrano particolari i quali valgano a scemare ed attenuare almeno la incolpazione? Con tali interrogativi, che evidentemente avevano lo scopo di predisporre il pubblico all'indul­genza, quando avesse luogo il processo, il memoriale riprendeva la tesi che il ferimento del carnefice Crenneville si doveva attribuire ad un moto irreflessivo piuttosto che a premeditata intenzione, la quale cosi dalla natura delle cose sarebbe rimasta esclusa. Tale memoria, relativamente al pensiero politico dei compilatori assai moderata nella forma era completata da una ricca documentazione delle numerose vittime del Crenneville durante il suo feroce dominio sulla città del Tirreno.
Il clamoroso processo contro i presunti autori di quel delitto si tenne alle Assise di Siena dal 13 dicembre 1870 al 13 gennaio 1871. Gli imputati erano: Dodoli Corrado, Sgarallmo Giacomo, Frascbi Luigi,' Antonacci Fortunato, Pagliai Baldassarre, Ciucci Giuseppe e Fantozzi Giovanni. Durante lo stesso venne largamente distribuito il me­moriale guerrazziano, che ebbe una straordinaria influenza sul suo eaito. La sentenza fu infatti di assoluzione per tutti gli imputati non essendosi, trovate testimonianze concludenti per la loro condanna. Pur deplorando il fatto del 24 maggio 1869, come del resto lo avevano deploralo tutti gli amici dell'umanità condannando l'assassinio il verdetto fu da tatù approvato. Anche i magistrati che lo pronunciarono, avevano accettato la tesi del memoriale, che il delitto cioè fosse da ascrivere ad un moto improvviso dell'animo, che si dovesse tener conto quindi delle numerose circostanze attenuanti.
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