Rassegna storica del Risorgimento
BELGIO
anno
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1949
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pagina
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201
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ITALIANI A SERVIZIO DELL ESERCITO BELGA
Ebbi già occasione d'occuparmi degli Italiani che servirono nell'esercito del Belgio, in due brevi studi ne' quali mostrai quale fosse il contributo che i nostri compatrio tti dettero alla rivoluzione belga del 1830 ed alle campagne di guerra che seguirono quel movimento. *) Benché recentemente si sia affermato che numerosi fossero stati gl'Italiani che combatterono nelle giornate del settembre a Bruxelles a tanto numerosi si è scritto da poter dire che quella rivoluzione fu opera, in grandissima parte degli Italiani mi sembra opportuno confermare quanto già scrissi sulla scorta di documenti ufficiali, dopo larghe ricerche negli archivi del paese.
Alieno da ogni affermazione non appoggiata su documenti sicuri, semplice e scolo* rito apparirà questo breve studio supplementare, fedele risultato di un attento esame di non numerosi documenti'che si conservano nell'Archivio di Stato di Bruxelles, provenienti dal Ministero della Guerra, riuniti in un fondo speciale: .Ufficiali, riordinato in questi ultimi anni e costituito da parecchie migliaia d'inserti.
Il fascicolo di Cesare Antonio Bagolini2) di Vigarzolo, in Lombardia, offre qualche utile notizia per completare quelle che già detti su questo valoroso,s) il quale, dopo essersi battuto su tutti i campi d'Europa coH'armata napoleonica, s'arruolò volontario nell'esercito del Belgio, nel 1832. Benché il colonnello Chazal lo avesse, in un rapporto diretto al ministro della guerra dell'I 1 raglio 1835, definito a ufficiale di grande zelo ed attività, degno d'alta stima il Bagolini ebbe, come non pochi altri volontari stranieri, a soffrire dell'avversione d'alcuni ufficiali belgi. H caso del maggiore Tordo, da me ricordato, non fu un caso isolato, ma a questo e ad altri, posso ora, con nuovi documenti esaminati, aggiungere quello del Bagolini. Fortunatamente l'atto del maggiore Capiaumont, comandante del Corpo de' Partigiani, il quale redasse un grave rapporto contro il Bagolini, contro il quale, a torto, era stato presentato un reclamo per un presunto debito di 248 franchi non trovò, presso il ministro della guerra, accoglimento. Infatti il Bagolini potè rapidamente provare che il reclamo era stato accolto alla leggera dal proprio comandante poiché possedeva una regolare ricevuta a saldo d'ogni suo debito e il ministro rimproverava, il 9 dicembre 1834, l'imprudente maggiore, scrivendogli : Vous avez agi en cette occurrence avec beauconp de légéreté. Un chef ne doit se plaindre d'un inférieur qu'autant que les faits sont réels et ne pas taire du tort à la réputation d'un officier.
I nuovi documenti esaminati permettono d'aggiungere che il Bagolini presentava 3 12 aprile 1848 le proprie dimissioni, non per godersi tranquillamente la pensione alla quale aveva diritto, ma, benché avesse 55 anni, per recarsi in Italia, per prender parte a fianco de* suoi compatrio tti, alla guerra d'indipendenza. Pensionato e decorato della croce dell'Ordine di Leopoldo, egli parti senza dubbio per l'Italia e non sarà difficile agli studiosi di ritrovar le sue tracce nell'esercito piemontese.
L'inserto di Giovanni Morandi di Didiana (Milano) non ci fornisce nuovi elementi per completare le notizie già date, ma riteniamo che Federigo Roberto Morandi fosse suo fratello. Ignoriamo in quale epoca questi venisse nel Belgio, ma fu.
1) Etuli italiani ne/ Belgio: gli Italiani a servizio dell'esercito belga, in .Rassegno storica del Risorgimento, u. XXI (1934), fase. 5.
Corsi a servizio dell'1 esercito belga, in Archivio storico di Corsica, 1930, fase. 3.
2) ARCHIVIO STATO, Bruxelles, inserto 4796 (Ufficiali). *) Esuli italiani alt., p. 995.