Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno <1917>   pagina <751>
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Il gommo napoletano e la tega italiana nel marzo e aprile 1848 751
a' Principi! francesi, e proclami un reggimento repubblicano, esempio fml sarebbe terribile pel resto d'Italia.
Sarebbe, nella mia umile opinione, questo il momento d'invo- care la mediazione di Pio IX. Ancorché sia troppo tardi per impe­ci aire una ricognizione M fatto, si dovrebbe operar in modo, che la ricognizione oli diritto non venga accordata se non a condizioni utili ÉÉ la Corona di Napoli.
* Mi parrebbe dunque urgente che si tentassero delle pratiche presso il papa, per indurlo a non mal riconóscere di diritto la Si- ciba ; Q, 'riconoscendola, farne una condizione sine qna non di dmer essa eleggere a Redi Sicilia un figlio del nostro Sovrano.
Cosi solo potrebbero salvarsi il principio dinastico della nostra famiglia regnante, gl'interessi materiali di molte delle nostre pro- vincie, e si eviterebbero conseguenze capaci di travolgere in irrepa- rabile rovina la Sicilia, Napoli e tutti gli altri Stati d'Italia.
Io ho adempito ad un debito di coscienza rassegnando queste cose a V. E. - Come però questo è un debito wrso la Nazione e verso il iste, io prego V. E. dì sottoporre al Consiglio della Corona queste mie vedute, perchè, ove siano valutate, possa io essere giustificato dell'averle esposte.
Le ripeto poi quanto le ho rassegnato rispetto alla convenienza del richiamo da Roma dei Plenipotenziarii per la Lega, sottomet- tendole che, ove sembri necessario a "V. E: la dimora qui d'una così numerosa Commissione di Plenipotenziarii, dispensi me dall'onore di farne parte, poiché son convinto che si manca di scopo, e che si incorre una spesa, sulla quale il Parlamento avrà ogni diritto di * richiederne la responsabilità ministeriale.
Ho l'onore di essere, coi sensi della più distìnta considerazione, e di V. E. dev.mo serv.re Casimiro De Lieto.
11 De Lieta) ascritto alla frazione pni avanzata del partito liberale napoletana* Meeva importanti concessioni alla Sicilia ; ma, come ab­biamo visto, aveva la ferma convinzione che l'isola non dovesse andar perduta per la monarchia borbonica, e eM fosse indispensabile sal­vai almeno l'unità eeonoimeo commerciale dello Stalo Nien?altro che questo egli, deputalo dell'estrema Calabria, intendeva affermare, coll'aHusione agl'interessi materiali di molte provmcie napoletane, di cui occorreva tenere il massimo conto.
Sostanzialmente dunque nella questione Siciliana le idee del De Lieto non differivano da quelle del Cariati, del Bozzelli, del Ruggiero, del Trova, del Dragonetti e degli altri moderati, che tennero il potere in Napoli nel biennio costituzionale. E neppure esisteva discrepanza tra le vedute del primo e quelle degli ultimi intorno alla necessità di