Rassegna storica del Risorgimento

BELGIO
anno <1949>   pagina <216>
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216 Libri e periodici
Ora, è noto che mentre le impóste indirette gravano sui generi di consumo e quindi
su tutti i cittadini indiscriminatamente, le imposte dirette colpiscono direttamente la
proprietà. Da ciò, da tali considerazioni, da opportuni approfondimenti in questo
campo si sarebbero potute ricavare conclusioni oltremodo interessanti. Ingiustificato
e prolisso ci è sembrato il secondo capitolo: Genova alla vigilia della rivoluzione,
dove l'A. Ha indugiato troppo sul racconto di episodi particolari che non aggiungono
proprio nulla all'insieme. Le pagine sulla longevità (p. 19), eu un'errata ricetta per
curare un'indigestione, su un dentista ciarlatano (p. 24), non ci pare possano passare
neanche come una pennellata, non necessaria del resto, di storia del costume.
Nel complesso, il saggio, tranne qualche inedito e una ricca segnalazione di fonti
manoscritte e a stampa, molto utile per chi volesse fare altri studi sull'argomento, non
apporta notevoli novità nel campo degli studi storici risorgimentali.
GIUSEPPE TALAMO
GEORGES BOURGIN, 1848 - Naissance et mori (fune République; Paris, Les deux Sirènes, 1948, in 16, pp. 189. Frs. 190.
È la storia della Seconda Repubblica francese: inforniatissirua, ma esposta con garbata spigliatezza si che anche dalle persone di media cultura può esser letta con interesse e con profitto. Dico con profitto, perchè l'A., che è d'avviso debba la storia servire a qualcosa, si è prefisso particolarmente imo scopo pratico: ha voluto cioè met­tere soprattutto in rilievo, nel suo ottimo saggio, le concordanze più appariscenti tra la psicologia collettiva, le condizioni morali, economiche e sociali, i comportamenti individuali del 1848 francese e i fenomeni economici, politici, diplomatici e, segnata­mente, l'attività dei partiti di questi ultimi anni in Francia e in Europa: concordanze da cui si dovrebbe trarre qualche utile ammaestramento per l'avvenire.
La rivoluzione del 1848 in Francia è fallita (sostiene il Bourgin) in parte, come avviene sempre nei fenomeni umani, per cause relativamente lontane; tra le quali ei cita il progressivo indebolimento della Repubblica, privata del suo sangue migliore per le ecatombe del giugno (i rapporti ufficiali parlano di 1460 morti e di 2569 feriti gravi; ma quanti morirono presso gli amici o in aperta campagna?), le discordie interne e, massim munt*, le tristi condizioni generali economiche, iniziatesi sin dal 1845 con la malattia della patata in Irlanda e aggravatesi due anni dopo per l'acuta crisi dei cereali, il cui prezzo aumentò del triplo; ma alla caduta hanno invero contribuito singo­larmente le cause immediate, tra cui, in prima linea, l'assoluta mancanza nei gover­nanti, intriganti e ambiziosi, della virtù creatrice necessaria per ridar l'ordine allo Stato e per attuare le richieste democratiche, donde il funzionamento caotico della Costituente, oscillante tra continue rinunzie e ipocrisie; e, secondariamente, la com­pleta impreparazione del proletariato famelico; educato alle frasi roboanti e ai grandi gesti, ma lasciato in balia di se stesso nei momenti più duri delle rivolte.
I profondi motivi d'ordine non solo economico-sociale, ma, a detta dell*A., pre­valentemente politico, che han condotto la Francia alle dolorose giornate del febbraio e del giugno sono messi in confronto con i gravi turbamenti interni verificatisi special­mente in Italia e in Germania dopo la prima guerra mondiale; e come la Francia ricorse allora alla dittatura personale con la speranza di salvare il Paese, così ricorsero aia salvatori l'Italia e la Germania; ma (afferma il Bourgin) i salvatori promettono* sì, la pace, ma conducono alla guerra, secondo la legge cho presiede ad ogni evoluzione dei fascismi, perche solo nello guerra essi trovano In soluzione alle gravi difficoltà in cui necessariamente ai vanno impigliando. È anche i tentativi falliti in Francia a parecchie riprese di una dittatura proletaria dovrebbero illuminare i popoli che non è nulla un colpo di forza se esso non è l'espressione di una volontà cosciente e di una intelligenza salda che agiscano in vista di un programma concreto e ben definito, rispondente perfettamente ad una necessità politica e morale.