Rassegna storica del Risorgimento
BELGIO
anno
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1949
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pagina
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220
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220 Libri e periodivi
impopolare, a più riprese, con dati storici ed etnografici irrefragabili, coraggiosamente e a fronte serena dimostrarono la pretta italianità dei Circoli di Rovereto e di Trento, che per nessuna ragione la nuova Germania avrebbe dovuto incorporarsi, tutta intesa com'era, a ricostruirsi sulla base del principio nazionale.
Anche per le elezioni per la Costituente austriaca il Trentino concentrò unanime i propri suffragi sugli esponenti più in vista del liberalismo e dell'italianità del paese. Gli eletti erano in gran parte nuovi alla vita politica; ma eran uomini seri e di sincere convinzioni e non si lasciarono sfuggire nessuna occasione per difenderò i diritti del Trentino. Il loro costante proposito fu di richiedere insistentemente (e la loro riehie-sta fu accompagnata sempre dalla piò esatta documentazione) la definitiva separazione dei due Circoli italiani dalla provincia del Tirolo. Anche in nateli1 assemblea i rappresentanti trentini combatterono aspre battaglie con ammirevole ardimento; e ci luron invero giorni radiosi di trepida speranza; ma firn per trionfare l'opera continua di denigrazione e di discredito che i tirolesi andavano esercitando a danno del Trentino in un consesso che andò facendosi a mano a mano vieppiù reazionario, soprattutto dopo il suo trasferimento da Vienna a Kremsier, nella gran sala della residenza vescovile. La incrollabile caparbietà ministeriale, sostenuta dalle insaziabili brame tirolesi, negò alla provincia di Trento ogni più modesta richiesta.
La narrazione del Pedrotti, desunta in gran parte da lettere politiche, da appunti è da copie di discorsi dei rappresentanti trentini, da giornali dell'epoca, di cui è ricco il Museo del Risorgimento di Trento, giova anche, tra l'altro, per farci comprendere in mezzo a quali gravi incoerenze e ambiguità di tendenze si siano svolti i lavori delle due costituzioni, germanica e austriaca. Copiosa e precisa è la bibliografìa essenziale apposta alla fine di ognuno dei due saggi. Meraviglia però che il Pedrotti abbia dimenticato di far cenno di un libricino del Sestan (La costituente di Francofone), uscito a Firenze nel 1946, che è indubbiamente, anche* per gli studiosi, uno dei più utili manuali di-consultazione sull'argomento.
A completamento dei due saggi del Pedrotti, Bice Rizzi ci fa noto il carteggio ohe intercorse tra i deputati trentini nel biennio fortunoso 1848-49. La corrispondenza non ci rivela invero particolari nuovi di notevole importanza; ma ci offre un quadro vivo dell'ambienti; in cui la deputazione visse e lottò sènza tregua. Balza nitida da queste pagine la schietta personalità di ognun d'essi; diversi per temperamento, discordi talvolta negli atteggiamenti politici e nella tattica parlamentare, ma tutti uniti e concordi nell'offermare i diritti delle libertà e delle riforme e nell'eseguire scrupolosamente e decisamente il delicato mandato loro affidato dai concittadini elettori.
Le lettere raccolte dalla Rizzi provengono dalla Biblioteca Comunale di Trento, dal Museo del Risorgimento pure di Trento, dall'Archivio A Prato, dall'Accademia degli Agiati di Rovereto e dalla Biblio teca Nazionale di Firenze. Poiché in detti archivi si trovan anche le lettere scambiate dagli stessi deputati con il Magistrato di Trento e Rovereto e con i Comitati Patirai delle due città, farebbe buona cosa lo benemerita Rizzi se ne facesse oggetto di uno studio particolare.
Una delle più pure figure del patriottismo trentino è io dubbiameli te Prospero Marchetti, il cui nome purtroppo è a molti italiani del tutto ignoto (nessun cenno di Ini s'incontra neppure nelle maggiori enciclopedie). Partecipò al movimento insurre-zionalc di Trento del 19 marzo 1847, combattè a Milano nelle Cinque giornate e dopo la cacciata degli austriaci fece parte, quale vice-segretario, del Comitato generale di pubblica sicurezza. Non vi è dubbio che a Milano abbia efficacemente contribuito ad estendere fra i membri del Governo Provvisorio, tra i quali contava alcuni intimi amici, In chiara conoscenza delle condizioni e dello aspirazioni nazionali del ano paese. 11 fatto è che avendo deciso fi Governo Provvisorio d'inviare due rappresentanti per che lo informassero dell'andamento delle discussioni e sostenessero la deputazione trentina che difendeva, oltre l'interesse regionale, gl'interessi di tutta l'Italia, fu designato il Marchetti ad accompagnare gli inviati straordinari per aiutarli nelle trattative