Rassegna storica del Risorgimento

BELGIO
anno <1949>   pagina <226>
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226 Libri a periodici
del danaro gatto passasse a lui cinque o dicci scudi, ovvero qualunque ultra omnia fosse rimasta, pagato che avesse il debito; ed intanto voleva per se una somma in-quantoehc ritornando in libertà avrebbe voluto lasciarla a beneficio dei detenuti, sembrargli clic gli accennati ordini gli consegnasse direttamente al gendarme e non ad altri perchè con lui soltanto si trattò della cosa. Precisò che la somma riscossa in duo volte ascenderà a 30 o 40 scudi, non sapendo se veramente il gendarme abbia esatto, non avendolo più ricevuto il sopravanzo; e se nell'essere traslocato da una se­greta all'altra gli furon trovati dne boni da cinque scudi pretese che fin dal suo ingresso in carcere li ritenesse nascosti presso dì sé. Spiegando perchè tanta generosità egli avesse verso a gendarme suddetto, sostenne che, non generosità; era in lui obbligo contratto col Governo americano di sovvenire del bisognevole chi volesse andare m America, quindi quel gendarme avrebbe voluto partire; non poteva pel debito clic aveva col Governo; egli cercò di scioglierlo da onesto vincolo; il gendarme in conseguenza non tradì il proprio ufficio; egli non lo mise in grado di commettere azioni criminose. In ultimo fece elogi del gendarme dicendolo incapace di commettere porcherie e tradi­menti, ed aggiunse che per si fatta qualità appunto egli si determinò a soccorrerlo senza altre garanzie, pensando che avrebbe mantenuto la parola di recarsi in America, ed esso avrebbe fatto un regalo al Governo americano. Conchmsc che al gendarme non diede incarico di passare alcuna somma di danaro a chiunque dei scopini.
Poi alle finali contestazioni disse sembrargli aver dato ordine al gendarme mede­simo di passare scudi cinque ad uno scopino m ri numerazione dei servigi esatti che giornalmente gK faceva: replicò ch'oi venne in Europa per commissione del Governo americano, conforme risulta da un passaporto diplomatico lasciato presso il di lui fratello a Parigi: fog, 42 e seg. Ili e seg..
Liberato per i reclami incessanti del Governo argentino, appoggiati dall'amba­sciatore francese a Roma, tornò in America, ove fu spento tragicamente in una sommos­sa dei suoi coloni. Chi ha potuto ucciderlo, amato coin'ei pareva essere dalla sua legione? Non troveranno il Nnma; e considero la Colonia come finita scriveva il Mazzini al DalTOngaro, il 20 dicembre 1856. E cosi avvenne realmente.
A.M.G.
ARTURO POMPE vrr, D'Azeglio (Pensiero e Azione, 1); Milano, Garzanti, 1946, in 16, pp. 300, ili. 8. L. 300.
Dalle pagine del Pompcati il profilo dell'Azeglio esce nettamente disegnato anche nelle sfumature che il biografo, di solito, non avverte: quell'animo alfierianamentc educato, quella coscienza morale che cela la sottile ma profonda consapevolezza di un'umana superiorità, quel carattere sdegnoso e umbratile accanto a una spigliatezza e a un esprit affascinanti, nulla sfugge all'attento esame dell'Autore, ohe sa abilmente lavorare di chiaroscuro mostrando sempre queste diverse facce dell'animo di Massimo il quale non offre mai al biografo una facile formula con la quale sia possibile delineare là storia della sua vita. E bisogna riconoscere ancora che il Pompeati letterato ha saputo tratteggiare efficacemente l'immagine dello scrittore: poche righe, talvolta* ma il giudizio nasce. Non dì rado, però, l'autore si lascia prender la mano dal suo argo­mento (D'Azeglio è un temo troppo romantico e anche il più sorvegliato e angoloso fra gli scrittori potrebbe lasciarsi affascinare) e la suggestione e il pathos sono,- per lo storico, nemici troppo pericolosi. Ma noi ora chiediamo al Pompeati quel che egli non ha voluto darci e forse il fantastico ricostruire alcune scene, l'abbandonarsi alla sugge­stione del tema conferiscono a questa opera una particolare fisionomia che permetterà la più facile divulgazione dell'immagine di colui che i più validi storici riconoscono ormai come una delle figure centrali del Risorgimento italiano. Ma sarebbe azzardato chiedere (e lo solleciterebbero 11 centenario delle leggi Siccardi e la recente,