Rassegna storica del Risorgimento
BELGIO
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1949
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259
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Vita dell'Istituto
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Il prof. Pietro Vaccari ha parlato a Pavia il 4 aprile sulla campagna del 1849; il dott. Francesco Pezza ha celebrato a Mortara il 21 marzo la ricorrenza centenaria dei fatti d'arme di S. Albino e di Mortara; il 24 aprile il comune di Vigevano ha commemorato con un discorso del prof. Vaccari le gesta vittoriose della brigala Morozzo divisione Bes e il Vescovo di Vigevano ha celebrato la Messa dinnanzi al cippo dei caduti alla Sforzesca. La serie delle manifestazioni fu conclusa a Cava Man ara il SO giugno u. s. con una tornata accademica, della quale si dà qui ampio resoconto.
Questa tornata ebbe luogo il 30 giugno e a. giorno che ricorda la morte eroica di Luciano Manara nella difesa di Roma a Villa Spada; la data poteva coronare di nuova gloria il combattimento sostenuto da Luciano contro le avanguardie del corpo austriaco di Thurn, alla Cava il 20 marzo 1849. Iniziatori il Comitato Pavese per la Storia del Risorgimento e la Società di Storia Patria.
Parecchi membri del Comitato e della Società oltre al gruppo di appassionati seguirono infatti il prof. Vaccari presidente e principale animatore dell'iniziativa, alla vicina Cava Manara, ove erano ad attenderli il Sindaco, alcuni Consiglieri e cittadini.
Il Comune aveva provveduto a far apporre una corona di fiori alla lapide murata nella piazza a ricordo della battaglia ardimentosamente combattuta da Luciano Manara e dai suoi bersaglieri e davanti a questa lapide il prof. Vaccari si soffermò brevemente a ricordare ai convenuti lo scopo che li aveva radunati in quel luogo. Subito dopo il gruppo - a cui si erano aggiunti altri abitanti del paese desiderosi di ascoltare le parole dell'oratore si trasferiva sullo spiazzo terminale del terrazzo che domina il paesaggio circostante: di qui il prof. Vaccari illustrava agli astanti sulla base di cognizioni tratte, oltreché dalla tradizione ancor viva, dalla relazione dettagliata stesa da un ufficiale che prese parte allo scontro e pubblicata più tardi insieme ad altre documentazioni sulla campagna del 1849 le fasi del fatto d'armi che* cento anni or sono, vide l'esiguo battaglione dei bersaglieri di Luciano contrastare eroicamente il passo alle superiori forze dei cacciatori austriaci.
Subito dopo i convenuti si recavano in Municipio e nella Sala consiliare, cortese mente messa a disposizione dal sindaco del Comune, sig. Silvio Lanzarotti e qui il prof. Vaccari svolgeva la programmata trattazione dell'argomento: Come possiamo oggi giudicare la condotta del Generale Rum orino nella campagna di guerra del 1849, L'oratore cominciò col porre, nei suoi termini precisi la iniziativa strategica del Generale che doveva avere effetti nefasti sulla campagna. Ma quali i moventi di questa iniziativa ? Il Ramorino aveva ricevuto dallo Chrzanowsky l'ordine di schierare la sua V divisione (circa 6700 uomini, 450 cavalli e 16 pezzi d'artiglieria) sulla posizione dominante di Cava per vigilare le mosse del nemico, prendere l'offensiva se si presentava in forze ridotte, ripiegare in caso contrario su Mortara e Sannazzaro o verso il ponte di Mezzana Corti; e l'ordine era integrato* SI 17 marzo, con l'altro di rendere impraticabile il ponte Mezzana Corti per timore, dice lo stesso Chrzanowsky, che la latitudine delle istruzioni precedenti potesse autorizzare o far lecito al Ramorino di ritirare la divisione sulla destra del Po.
Ed è ciò che infatti avvenne: Ramorino collocò a Cava soltanto il VI battaglione bersaglieri comandato da Luciano Manara e tenne tutte le truppe restanti della divisione sulla destra del Po fra Cnsatisma, Pinarolo e Barbianello, cosicché quando i cacciatori austriaci d'avanguardia sboccando da Pavia attaccarono San Martino Sicco-mario e la Cava si trovarono dinanzi soltanto ad un velo di truppe e debellatane la resistenza, poterono col grosso del corpo Thurn marciare speditamente a nord-ovest sulla sinistra del d'Aspre che puntava su Mortara. Quale fu il movente di una condotta siffatta del Ramorino ? Esclusa la volontà di tradire, che non gli fu imputata nemmeno dal severissimo Tribunale m ili tu re che lo condannò a morte (ed il R. fa fucilato 1 22 maggio 1849) resta la disubbidienza; la disubbidienza per mettere in campo un'iniziativa bellica dalla quale il Generale riteneva potessero derivale conseguenze utili e decisive per la campagna, o disubbidienza per motivi d'altra natura, rivalità