Rassegna storica del Risorgimento

RESOCONTO ; LAVORI
anno <1950>   pagina <9>
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Resoconto dei lavori
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cichio di promozioni e senza cupidìgia di prebende ama lavorare in silenzio e anonimamente, come il gruppo di giovani, che ha fiancheggiato l'opera di noi più vecchi in questi anni. gente che non ha chiesto mai nulla, studenti universitari o di fresco laureati, che, senza alcun compenso ha, tra l'altro, messo in piedi per* donate la parola che sa di orgoglio quel piccolo miracolo che fu quest'anno la Mostra della Repubblica Romana del 1849. Sono essi che, in questi giorni, tra­ducendo nella realtà dei fatti concreti quelle che erano le aspirazioni e le ispira* zioni della Presidenza, hanno reso possibile organizzare, comunque abbia ad essere, comunque abbia a riuscire, questo nostro ventottesimo Congresso di Storia del Risorgimento. Per quei giovani, usciti dalla nostra vecchia Università di Roma, il Risorgimento rappresenta ancora una grande, una nobile tradizione, è ancora una fede, costituisce ancora un poco la realtà intcriore della loro vita. Io non posso non ricordare che tra quei giovani c'è qualcuno che in un duro lager tedesco organizzò, malgrado le minacce e il rischio mortale, il giuramento degli ufficiali di prima nomina, che erano arrivati là prigionieri prima ancora di aver preso servizio. Non posso dimenticare che un giorno uno di quei giovani, una di quelle giovani, a dir meglio, quando gli ufficiali tedeschi vennero a perquisire il Vitto­riano in cerca d'armi, passò con essi senza tradirsi e tremare buona tradizione del Risorgimento che non muore davanti a quella stanza dove i partigiani del Genova-Cavalleria avevano raccolto le loro armi per la futura sperata riscossa.
Ora a questi giovani, permettete che io, vecchio loro maestro e quindi un poco loro padre, anche a nome vostro dica grazie. (Vivi applausi).
E permettetemi anche di ringraziare altri che sono al di fuori del nostro Istituto, perchè quello che si è compiuto quest'anno e quello che speriamo ancora di com* piere si deve in gran parte all'incontro di alcuni uomini di buona volontà con altri nomini di buona volontà. È fatta un po' dì incontri la fortuna dell'Istituto di Storia del Risorgimento, dal 1944 in poi. Felice incontro il primo, quello con Caetano De Sanclis ; simpatico e gentile incontro quello con un gruppo di giovani disinteressati; magnifico incontro quello che facemmo un giorno con Ivanoe fìonomi é con quel gruppo di suoi collaboratori che, nel Comitato Nazionale per le onoranze a Mazzini, hanno sentito, direi quasi, la necessità morale di venirci in aiuto. Perchè, se quella Mostra del 1849 si è fatta e questo Congresso si è organiz­sato, noi dobbiamo esserne molto grati al presidente del Senato italiano, Ivanoe Bonomi (applausi), al senatore Macrelli, al senatore Conti, all'onorevole Camangi, u tutto quel gruppo di amici che un bel giorno, senza far tanti conti se questo rientrasse precisamente nel bilancio, se quadrasse esattamente con le cifre di cui si sarebbe dovuto rendere conto alle autorità superiori, si sono fatti avanti e ci hanno detto: qui ci sono dei soldi; voi fate delle buone cose, che possono in qualche maniera giovare alla celebrazione del centenario della Repubblica Romana; ebbene, amici, eccoci a lavorare con voi. E di questo gesto di com­prensione, onorevole Bonomi, permetta che io la ringrazi con i suoi colleghi.
D'accordo, si sarebbero potute fare, forse, pia cose e meglio. Ma non è facile in questi tempi, e con tante ristrettezze di bilancio. E, lo sapete, non è facile trovar denaro oggi per opere di cultura. Noi dobbiamo essere grati un po' a tutti, perchè da ogni parte ci è venuto qualche cosa, banche, enti, privali. Anche il nostro Mini stero della Pubblica istruzione, che non ha grandi mezzi, perche assillato e oberato da infinite e gravi e urgenti necessità, ha trovato il modo di venirci incontro.