Rassegna storica del Risorgimento
RESOCONTO ; LAVORI
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1950
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Resoconto dei lavori
Rileva, infine, che è dubbio BC possa trattarsi come un periodo unitario la storia del movimento cattolico fino al 1919, data dell'abolizione ufficiale del non expedit, poiché l'entrata dei cattolici italiani nella vita politica s'inizia già nel 1904 ed è già in pieno sviluppo nel 1913.
STEFANO JACINI. Desidera, tra le molte che ai potrebbero fare, limitarsi a due osservazioni. La prima di carattere negativo, riguarda quanto il presidente Salva* torelli ha detto del modernismo di D. Romolo Murri. Il temperamento di quest'ultimo lo portava prevalentemente verso le questioni politico-sociali. Il suo avvicina* mento al modernismo fu affatto eccezionale, e infatti non costituì ostacolo al suo riavvicinamento alla Chiesa.
La seconda riguarda il modo di inserzione dei cattolici italiani negli ordini costituzionali e nella vita politica italiana. Preparata dal cattolicesimo liberale questa inserzione fu, peraltro, opera di cattolici detti intransigenti, ossia della cerchia dell'Osservatore cattolico, rappresentati particolarmente da Filippo Meda e da Angelo Mauri. Di tale importantissima evoluzione si trovano i documenti nel ricco carteggio inedito di Meda.
Senza entrare nel merito della discussione, desidera notare, in contrapposto con quanto ha detto il presidente Salvatorelli, che sia il partito popolare italiano, sia quello della democrazia cristiana, erano e sono partiti di ispirazione cristiana ma a struttura nettamente aconfessionale. A suo avviso condizione essenziale della loro esistenza è l'autonomia più completa nei confronti delle autorità ecclesiastiche. Don Sturzo essendo sacerdote si ritirò dalla carica di segretario del partito popolare italiano per disciplina verso l'autorità stessa, ma il partito continuò, dopo il suo ritiro, nella linea di condotta adottata nei confronti del Governo fascista, con piena indipendenza di atteggiamenti, finché fu soppresso con la forza.
CAMILLO GIAKDINA. Rileva la necessità di un esame particolare del problema della questione sociale nel risveglio dell'azione politica dei cattolici italiani.
FAUSTO FONZI. Fa presente che con le parole religiosa e intransigente s> ha inteso indicare la tendenza alla costituzione di associazioni che, sebbene protestassero contro quelli che ad esse apparivano come attentati alla Fede, alla Chiesa, al* l'indipendenza del suo Capo, furono essenzialmente, soprattutto nei primi tempi, delle organizzazioni rei i gi ose ; la tendenza conservatrice (e conservatore non vuol sempre dire transigente o cattolico liberale *) mirava invece alla costituzione di un partito politico.
Per ciò che riguarda la crisi dell'Opera dei Congressi, egli ha accennato, per brevità, solo all'aspetto politico e organizzativo perche ritiene sia esso il motivo centrale e costante di quella; la crisi ha infatti inizio negli ultimi anni dell'ottocento quando l'ortodossia di Murri non era discussa ed i suoi atteggiamenti sociali erano approvati e incoraggiati dal Vaticano.
Il 1919, come terminus ad quem del movimento cattolico italiano, non è stato scelto per il solo fatto dell'abolizione completa e formale del non expedit, ma perchè solamente in quell'anno giungono a maturazione varie tendenze, rispetto alle quali Io partecipazione sempre più larga di cattolici italiani alle elezioni politiche dal 1901 al 1913 non ha importanza decisiva: solo nel 1919 è riconosciuta, affermata e riaffermata la distinzione tra Azione cattolica e azione' politica' dei cattolici ; solo