Rassegna storica del Risorgimento

RESOCONTO ; LAVORI
anno <1950>   pagina <18>
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Resoconto dei lavori
Ricorda, per esempio* di aver trovato nel modesto e disordinato archivio del Comune di Sargina l'originale dell'appello rivolto dal Governatore alla Repubblica francese per impedire la guerra fratricida.
ALFREDO RICCI. Svolge la comunicazione: // pellegrinaggio di Pio IX a Pagani e a Salerno durante Vesilio di Portici. (Stampata a pag. 434).
LAIOS PÀSTZOR. Parla su: La concezione politica di Pacifico Vabissi. (Stam­pata a pag. 384).
GIULIANO GAETA. Rileva che il Valussi aveva vissuto a Trieste per un decennio. chiamato dal DalTOngaro, col quale (e con altri letterati) aveva formato un cena-colo dal quale era sorto il periodico romantico La Favilla e che da quelle pagine e da quelle dell'Osservatore Triestino, da lui diretto dal 1843, tenne viva la fede nel risorgimento d'Italia, per quanto le sue idee politiche allora non fossero ben chiare e, comunque, escludessero la zona giuliana dall'Italia-Stato. Questa zona, nel suo pensiero (come in quello del Tommaseo) doveva costituirò ima specie di Stato-cuscinetto. Ma, dopo l'esperienza del 1848 e, specialmente, dopo l'unificazione italiana, nel Valussi si matura un nuovo concetto politico: un suo opuscolo pub­blicato anonimo nel 1861 (Trieste e l'Istria: loro diritti nella questione italiana) è stato il primo manifesto dell'irredentismo giuliano.
ENRICO LIBURDI. À complemento di quanto ha detto il prof. Gaeta sulla carat­teristica attività giornalistica svolta da Pacifico Valussi a Trieste, attraverso le pagine de L'Osservatore Triestino (continuatore della Favilla del DalTOngaro, ma d'indirizzo programmatico del tutto diverso, fermo sempre uno spiccato carattere d'italianità, tanto più singolare ed encomiabile, in considerazione che questo giornale godeva di protezione governativa) crede utile aggiungere che, negli anni immedia­tamente dopo il 1848-49, Pacifico Valussi (che a tali avvenimenti aveva largamente partecipato con la penna e con la persona) diresse in Udine un foglio quotidiano semiufficiale, nelle cui colonne accolse articoli di una certa libertà a tinta patriottica. Riesce strano vedere come potessero esser accolti, malgrado il freno e la vigilanza della censura austriaca che egli aveva la grande abilità di saper eludere: le autodifese, ad esempio, dell'ex Triumviro di Venezia, generale Gio. Battista Cavcdalis, la di cui onorabilità e patriottismo si metteva in dubbio e vituperavasi da alcuni nemici personali del valoroso patriota spilimberghesc, esuli in Piemonte, in certi articoli comparsi a Torino ne La Concordia del Valerio e fin anco nelle pagine: L'Italia - Storia di due anni, di C. Augusto Vecchi.
Posizione difficile e delicata di questo pioniere del giornalismo moderato della nuova Italia e che meriterebbe d'essere meglio approfondita e che, comunque, non può macchiare l'onorabilità del patriottico giornalista friulano.
LEOPOLDO SANDRJ. Svolge una comunicazione su: L'intervento spagnuolo nella Repubblica romana. (Stampata a pag. 459).
BICE RIZZI. Parla del Clero e magistrati trentini nel 184849, (Stampata a pag. 446).