Rassegna storica del Risorgimento
RESOCONTO ; LAVORI
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1950
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pagina
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20
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Resoconto dei lavori
LEOPOLDO SANDUI. Circa l'amministrazione pontificia nelle Romagne chiede se nei documenti illustrati ci siano elementi che giustifichino la tesi del Pastore.
MARIO FASTOSE. Benché la situazione economico-finanziaria dello Stato pontificio sia ormai notissima, per le molte pubblicazioni esistenti al riguardo, afferma che anche dalle carte del Governatorato generale di Romagna si può trovare una do* cumcntazionc al riguardo e cita il conto amministrativo delle entrate e delle uscite delle Legazioni dell'Emilia per tre mesi di governo, trasmesso dal Gabinetto del Governatorato delle Romagne a quello di Milano. Ve anche il raffronto con l'amministrazione precedènte, che è a completo vantaggio del Governatorato generale.
RENZO U. MONTIMI. Riferisce su: Lettere di Luigi Porro Lambertenghi a Pietro Borsieri. (Stampala a pag. 353).
Nella sua qualità di segretario del Comitato di studi sullo Spielberg, premette alla sua comunicazione alcune notizie in merito alla distruzione del Museo dei Patrio iti italiani allo Spielberg. Il materiale archivistico di proprietà italiana è attualmente depositato presso la Legazione d'Italia in Praga, mentre quello di proprietà cèca è stato riavocato a sé dal Governo cèco il quale non consente, per motivi militari, la ricostituzione del Museo italiano nel locali delia fortezza.
GIULIO CERVANI. Svolge la comunicazione: Il Quarantotto-Quarantanove ed il Risorgimento triestino. (Stampata a pag. 103).
GIULIANO GAETA. Osserva che più che di una mancanza di bibliografia sarebbe il caso di parlare di bibliografia fatta con scopi politici e talora falsata (per esempio, scrittori tedeschi o filoaustriaci che citano di un documento la metà di un periodo, in modo di dare ad esso proprio il significato opposto all'originale).
Non bisogna sopravalutare il cosmopolitismo triestino: le colonie straniere ben presto si assimilano all'elemento autoctono italiano, anche per identicità di aspirazioni libertarie (le eterie greche di Trieste cooperarono vivamente con aiuti materiali ed opera di propaganda al movimento risorgimentale grecò). Non bisogna, d'altra parte, nemmeno sopravalutare il conservatorismo locale. È un fenomeno proprio di tutte le regioni italiane. Ma mentre non si rimprovera ai conservatori romani il loro attaccamento al Papa od a quelli napoletani il loro attaccamento ai Borboni, si è pronti a rimproverare ai conservatori giuliani il loro attaccamento agli Asburgo, per quanto, ciononostante, fossero per lo più fervidi sostenitori dell'italianità della zona (vedasi il caso di Pietro Kandler).
Desidera anche rilevare che il 1848 triestino generò delle preoccupazioni nel governo austriaco, come nel caso del tentativo insurrezionale dell'Orlandini o nel blocco dell'ammiraglio Albini (cosa dimostrata da vari documenti), ma che co rnunqne nei momenti di sommovimento nazionale, data la maggior difficoltà che movimenti insurrezionali riescano nelle zone periferiche, queste subiscono una forza centripeta. Così fu che da Trieste, nel 1848, gli uomini più pronti all'azione partirono verso quei centri in cui la rivoluzione era in atto, ma ciononostante, l'opinione pubblica si evolse, sicché- qui notiamo un giornalismo sempre più acceso e ricercato nelle altre regioni italiane per cui le autorità austriache, per strozzarlo ricorsero ad inibire l'ingresso dei giornali triestini nel Lombardo-Veneto.