Rassegna storica del Risorgimento

RESOCONTO ; LAVORI
anno <1950>   pagina <26>
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Resoconto dei lavori
del mausoleo garibaldino, Antonio Reggiani, volle salutare i convenuti con una vibrante rievocazione dell'ultimo episodio della difesa, gloria dell'artiglieria re­pubblicana. Deposta una corona d'alloro sull'Ara e visitata la suggestiva cripta del mausoleo, creato dalla fede del comin. Reggiani e dei suoi collaboratori, il doti. Lodolini riprese l'illustrazione soffermandosi brevemente sul sistema delle mura che anche i Romani avevano spinto al vertice del Gianicolo e che li salvarono dagli Etruschi, Aureliano aveva mantenuto con uguale concètto tattico e Urbano Vili (dopo Pio Y, che vi aveva impiegato i prigionieri di Lepanto) aveva completato, da che Castel S. Angelo era nuovamente tornato baluardo essenziale della difesa dell'Urbe in pieno Seicento. Troppo noto il concetto tattico e strategico dell'assalto francese per insistervi su. Meglio lasciar parlare i luoghi dell'omerico assedio: Villa Savorelli, Villa Spada, Casino dei Quattro Venti, Casa Giacomelli, Villa Corsini, il Vascello... La rievocazione guerresca si placa un momento per farci assistere ad una nottata di festa al Vascello dove, mentre Gustavo Modena rifa le donne della Repubblica, dalla sua Giulia alla principessa Trivulzio, giunge Anita da Nizza a cercar Garibaldi agli avamposti.
Ma il tempo stringe: si corre lungo le mura fino a porta Perl usa, epicentro dello scontro del 30 aprile (quanti discorsi, quanta maldicenza, quanta incompren­sione anche negli storici viventi sia della gesta di Garibaldi, sia del perdono di Mazzini ai prigionieri!); si passa non lontano dall'antico cimitero di S. Spirito, dove, secondo il doli. Alessandro Cancssa, dovettero trovar sepoltura innumere­voli caduti, veri militi ignoti di quell'epoca; si taglia la corda dell'immenso cerchio dell'assedio che comprendeva anche Monte Mario e si scende per la Fla­minia, fin sotto la rupe dei Monti Parioli. La colonna romana ricorda i Polacchi e gli studenti romani che sventarono, insieme con i cannoni del Pincio, la puntata dei Francesi sul fianco nord di Roma. Ancora, gli studenti romani: ancora la rie­vocazione della gioventù studiosa, generosa, eroica per chiudere il pellegrinaggio.
Dalla via Flaminia i torpedoni dei Congressisti raggiungono attraverso le vie centrali della città il Vittoriano, dove ha luogo la visita della Mostra storica della Repubblica Romana, allestita sotto gli auspici del Comitato nazionale per le ono­ranze a Giuseppe Mazzini dal prof. Alberto M. Ghisalberii, coadiuvato da alcuni giovani allievi della scuola di Storia del Risorgimento dell'Università di Roma.
I Congressisti hanno ascoltato con vivo interesse l'illustrazione della Mostra fatta dallo stesso prof. Ghisalberti. Il quale ha poi pronunciato nel Salone della Mostra commosse parole di chiusura del Congresso, porgendo un caloroso saluto a tutti i Congressisti ed in particolare agli amici stranieri e a quelli provenienti da Trieste, la città nella quale la tradizione del Risorgimento è più. che mai viva ed operante. A nome degli stranieri presenti ha nobilmente risposto il prof. Georges Bourgin, sottolineando lo spirito di alta comprensione e di fraterna collaborazione die aveva dominato i lavori del Congresso, che si sono cosi conclusi in un'atmosfera di calda simpatia e di fervida cordialità.J)
*) In questo fascicolo, dedicato agli Atti del XXVIH Congresso dell'Istituto, vengono riprodotte soltanto le comunicazioni effettivamente lette e discusse nelle singole sedute. Le altre, se vi sarà la possibilità, verranno pubblicate in avvenire nella Rassegna? qualora non siano già siate stampate altrove. La Direzione della rivista ha accettato di pubblicare le varie comunicazioni, lasciando, bene inteso, la piena responsabilità dei giudizi particolari e dei dati di fatto agli autori delle stesse.