Rassegna storica del Risorgimento
DURANDO ; NOTE ; 1848
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1950
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28
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28 Alessandro Aspesi
di un semplice permesso per andare a rivedere la sua famiglia a Mondavi, In realta era il re Carlo Alberta ohe desiderava conferire con lui sulle questioni del giorno e specialmente su quella della possibilità di una ripresa della guerra.
Il 24 settembre egli era a Torino e da prima si abboccava col ministro della guerra Giuseppe Dabormida e pòscia aveva un lungo colloquio col re* che trovò molto ben prevenuto nei suoi riguardi e che gli ripetè più volte: Conto su di lei. U Durando ne riportò l'impressione clic il re meditasse di abdicare se non si riprendeva la guerra.
Ma come fare questa guerra? Giovanni Durando è molto perplesso su ciò ed infatti scrivendone al fratello Giacomo non gli nasconde i suoi dubbi: ce Ho trovato gli animi divisi in più partiti... i democratici costituzionali vogliono la guerra ad ogni costo, quantunque dovesse avvenirne l'occupazione di una parte del nostro paese; i conservatori si contentano dei Ducati, ed i codini subiscono tutto purché non s'abbia Milano ed abdichi il re.
Come si vede la divergenza era troppo profonda perchè la guerra potesse essere condotta con quell'unità di spiriti e di intenti e di sforzi, che sola può dare la vittoria.
Intanto la Gazzetta di Roma, in data 9 ottobre dava l'annuncio ufficiale che l'apposita commissione aveva dichiarato insussistenti le accuse già dirette contro il gen. Giovanni Durando, che era così riabilitato in pieno, se ancora ne avesse avuto bisogno. Questi ai pruni di ottobre, veniva promosso luogotenente generale e nominato aiutante di campo del re Carlo Alberto.*)
Giacomo Durando a sua volta, finita il 14 ottobre la sua missione a Genova,2) era ritornato a Torino, dove veniva nominato vicepresidente della Camera. Contemporaneamente, come il fratello, aveva una promozione di grado nell'esercito con la nomina a maggior generale, e il 31 ottobre anch'egli veniva chiamato quale aiutante di campo del re.
1) D Pincili in tale occasione scriveva al fratello Giacomo Durando: ce Quando uomini di tale tempra avvicinano il re provasi che debba cessare il timore della Camarilla. Lettera del 16 ottobre 1848, 110/12.
2) Nel capitolo precedente,c he uscir ànella Miscellanea centenaria del Comitato di Torino dell'Istituto per la Storia del Risorgimento, ho trattato a lungo e diffusamente l'argomento. Giacomo Durando nominato Commissario Straordinario Civile del Governo con pieni poteri e con la precisa missione ce di ricondurvi l'ordine e di ristabilire e rieccitare l'azione dell'autorità, giunse a Genova il 6 settembre, proprio il giorno dopo il ritorno di Filippo De Boni, che era stata la causa prima dei gravi tumulti scoppiati in città. Nell'intento di ricondurre la calma nella popolazione e la fiducia nei poteri governativi pubblicò subito un manifesto, una cui frase poco felice suscitò maggiormente le passioni. Il 27 settembre i tumulti si rinnovarono con maggiore violenza e a nulla valse l'opera saggia, abile, moderata del Durando. L'incerta condotta del Governo che cercava di destreggiarsi tra un atto di forza e il timore dì urtare certe suscettibilità, un'autorità locale oramai esautorata dalla remissività dimostrata verso i prepotenti, una prevenzione artatamente alimentata contro ogni decisione del Governo, un municipalismo tenuto acceso e vivo da parte dei soliti sognatori e invocatori del passato avevano creato un ambiente saturo di ostilità.
La missione Durando era fallita ed infatti l'il ottobre veniva revocata la sua nomina a Commissario, e sostituito dall'Intendente Generale Ponza di S. Martino, a cui tenne dietro Domenico Buffa, che, chiamato a metà di dicembre a far parte del Ministero Gioberti col portafoglio dell'Agricoltura, Industria e Commercio, tentò invano anch'egli di ricondurvi l'ordine e la quiete ancora turbati.