Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; GENOVA
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1950
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Carlo Bandi di Vesme
Le lacune sono, malgrado l'apparente ricchezza di elementi raccolti, notevoli: la più grave è costituita dalla irreperibilità delle relazioni del Commissario pieni potenziario a Genova, Domenico Buffa.
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L'unificazione di Genova col Piemonte, data la secolare rivalità, aveva lasciato, come sempre avviene in simili casi, una profonda irritazione nella Dominante, un senso di sgomento e di diffidenza nei ceti governativi di Torino. Molti non si erano resi conto dell'evoluzione dei liberali liguri, che ormai miravano, più che a ricostituire l'antica repubblica, ad estendere l'unione anche alla Lombardia, come attesta l'ambasciatore francese De Barante, nel novembre del 1831. Tale diffidenza era aggravata dall'errata politica sarda, che si appoggiava al ceto nobiliare genovese forse perchè controllava il popolo più che all'ambiente mercantile il quale si sentiva trascurato ;l) la borghesia genovese inoltre non poteva accettare la concezione di stato patrimoniale propria dell'antica entità sabauda, né la pedanteria burocratica piemontese. Ad esempio Cesare Balbo rimprovera al Pareto di non aver atteso l'autorizzazione competente per pubblicare la notizia di Goito: Pareto l'aveva invece stampata di sua mano. Pareto allo notizia della caduta di Peschiera scende per le: vie con una bandiera in mano gridando: vittoria! Gli ambienti di Torino se ne scandalizzano, e trovano il gesto poco dignitoso. Piccoli fatti in sé, ma chiari indizi di una profonda divergenza psicologica.
Malgrado l'accentramento burocratico, lo Stato sardo è ben lungi dal costituire una unità; da una parte agisce su di esso quale forza progressiva il nucleo genovese ; dall'altra quale forza conservatrice, la Savoia. Costa di Beauregard al Senato, al momento in cui si parla di una annessione del Veneto, si oppone facendo notare che la sua regione sarebbe rimasta alla coda di sì lungamente esteso organismo. Il clero e la nobiltà dominano ancora la Savoia: l'opposizione spontanea al tentativo dei <c Voraces ha un carattere sociale e politico insieme2) antirepubblicano e antiproletario.
I dirigenti sordi devono tener conto di questa situazione di fatto che si traduce in un instabile equilibrio fra due forze, una conservatrice e l'altra rivoluzionaria.
Aggiungasi a queste difficoltà il residuo municipalismo, per cui Alessandria, Casale, Novara ed altri centri minori tendono ad opporsi alla capitale Torino.
In piccolo un fenomeno consimile si ha anche a Genova, dove Voltri e la Valle della Polcevera sono tipicamente retrogradi: in agosto 1848 nella Polcevera si registrano attruppamenti armati di contadini che vogliono agire contro i signori, e gridano : W Radetzskì. La commissione d'inchiesta vi scorge l'influenza del clero. s)
I) Cfr Memorie Frizzi riportate da E. GUCLIELMTNO, Genova dal 1814 al 1849, Genova, 1938.
*) Cfr. Relazione del Gouvernement du Duché de Savoie, 11 ovril 1848, Gab. M. Interni; 1. DEFOISJEK, Des intere ts politiques et materiate de la Savoie, Paris, 1849; J. TBESAL, Vannexion de la Savoie à la France 1848*60, Paris, 1913 ; P. GUICHONNET, l/affaire des Voraces en avril 1848. Torino, Musco Nazionale del Risorgimento, 1949.
*) Cfr BOLLEA, Echi quarantotteschi della vita torinese, Risorgimento Italiano, 1921, XIV. A.S*G. Gabin. Polizia, mazzo 65 e 66, Rapporto 26 agosto della Commissione d'inchiesta e rapporto 11 agosto del notaio G. De Negri; N. ROJKH.ICO, // popolo delle Campagne nel '48, in Nuova Antologia, gennaio 1948.