Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; GENOVA
anno
<
1950
>
pagina
<
61
>
Genova dal luglio 1848 alVaprile 1849, ecc. 61
Ma l'ambiente moderato del circolo nazionale è ancora diviso dai mazziniani m quanto si manifesta favorevole all'intervento francese, osteggiato invece dai seguaci della Giovine Italia, i quali vorrebbero si l'appoggio d'Oltre Alpe, ma per dichiarare la repubblica. Il Console francese interpellato, naturalmente si schermisce, dichiarando che non può entrare in questioni interne: l'universalismo democratico si contrappone al particolarismo nazionale anche a Genova.
Il male profondo risiede però nella diffidenza che va crescendo invece di diminuire e tinge di fosco anche gli atti più innocenti; le accuse vanno specificandosi; l'invio a Magenta sulla strada del Piemonte dell'artiglieria necessaria a Milano; la via aperta lasciata dal Radetzski alla fuga del re, il rispetto per la frontiera sarda non guernita: J) la numerosa emigrazione lombarda diffonde e garantisce la verità di questi fatti.
Sono sospetti infondati? È difficile ancor oggi dire una parola definitiva, le tesi opposte hanno come è noto accaniti sostenitori,
È certo però che se il rispetto ai confini piemontesi può spiegarsi con la garanzia inglese, anche all'estero il contegno sardo fu male giudicato: la regina Vittoria scriveva a Lord John Russell il 7 ottobre 1848: quando Carlo Alberto brucia i sobborghi di Milano per far credere di voler difendere la città, Lord Polmerston tace .2)
La questione del giorno, ottenuta la creazione di un comitato di difesa l'idea di un governo provvisorio esiste già, ma è di pochi, anche per la questione dei forti rimane quella dell'intervento francese.
Il 15 agosto tutti i maggiorenti di Genova insieme con enorme folla di popolo e rappresentanza della Guardia Nazionale si recano al Consolato francese per chiedere all'ambasciatore Bois le Comtc, allora a Genova se, separata la causa dei popoli da quella dei re, la Francia interverrebbe. fi La risposta è molto evasiva : il console Favre attribuisce il fatto all'opposizione inglese, alle mene di Abercromby, ministro inglese presso la corte sarda, che ritiene pure responsabile dell'armistizio; ma oggi si sa che il mancato intervento armato francese deve essere attribuito al contegno decisamente ostile della Dieta germanica di Francoforte. *)
*} Cfr. Diario del Celesia, II carteggio Uarione PetittùErede in CODICNOLA opera citata. Vincenzo Ricci scrive al fratello Alberto, 11 agosto 1848, attribuendo l'armistizio all'imperizia dei generali ed alle manovre del partito piemontese timoroso di veder lesi i suoi interessi (in Carte Ricci citate).
*) Sulla garanzia inglese cfr. GARNIER PAGÈS, Hist. de la Rév. de 1848 en Italie, Milano, 1878, p. 289, che riproduce una lettera di A. Bixio del 20 aprile 1848. Sulla lettera della Regina Victoria, The lettera of Queen Victoria, a selection, London, 1907.
Sulle due opposte tesi cfr. C. SPELLANZON, Carlo Alberto sulla via di Milano, in Rassegna d'Italia, aprile-maggio 1946 e L. MARCHETTI, Il secondo Ministero Costi-tuzionale di Carlo Alberto, Milano* 1949.
3) Corrésp. da Consul Favre, luogo cit. 15 agosto 1848 e Tommaseo al Governo Veneto 17 e 18 agosto, in La Repubblica Veneta nel 184849, Padova, 1949, p. 278.
È strano come l'involuzione francese sia afferrata dai contemporanei con molto ritardo: si credevano i montagnardi in Francia più forti di quello che lo fossero
in realtà.
4) Sulla politica francese, cfr. il recente studio del PAUL HENRY, La Franca et les naUanalUès en 1848 d'après les correspondunv.es dìplomatiques, in Revue Risto* rique, avril-juin 1940, il quale giunge alla conclusione che tutti i documenti con*