Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; GENOVA
anno <1950>   pagina <67>
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Genova dal luglio 1848 all'aprile 1849, eec* 67
Tatto il mese di novembre duca la lotta fra il Pareto e il Pellegrini diventato l'esponente più in vista degli ambienti di estrema: lotta messa in chiara luce dal diario del Celesta: il Pareto e con esso tutti i democratici moderati sono sconfitti a causa della disistima e diffidenza che ormai circonda il Ministero* il quale come ultima arma, invia il De Launay, noto retrivo, a capo del Presidio. Ma il continuo intervento delle truppe suscita la disapprovazione generale.
H Pellegrini, inauditissimo sulla plebe, vate di una specie di comunismo
evangelico, è più un demagogo che un uomo di pensiero; un suo compagno di lede
lo descrive alquanto ambizioso, instancabile amatore del bel sesso, accessibile alle
lusinghe, ma convinto: la sua psicologia è mazziniana: non vuole adattarsi allo
circostanze, parte da presupposti; ideali. I democratici moderati, giobertiani per la
maggior parte, comprendono che il nocciolo della questione è la trasformazione
del Governo: gli ambienti di Genova e di Torino si muovono decisamente in questo
senso. L'11 dicembre, in occasione della ricorrenza del 1746, la Guardia Nazionale
convoca il popolo che accorre in massa. I Piemontesi, fautori del Governo sono
isolati; per essi, rileva il Favre, pas un homme, pas un corps constilué, pas ime
adhéion morale, *) ostili ormai anche le classi conservatrici Gli arrestati sono
assolti dalla magistratura: l'intendente si trova senza ordini ed è in urto con il
De Launay, capo delle truppe, in quanto cerca di rimanere in accordo con la
Guardia Nazionale.
Il quadro del Console francese è eccessivo in quanto olle opinioni, ma esatto per ciò che concerne lo stato di fatto: ce lo conferma una lettera del 17 dicembre di Cesare Leopoldo Bixio, esponente dei moderati di destra, a Giacomo Durando: La truppa, egli dice, ancora buona sotto il suo governo ora ricusa di agire. Ponza di San Martino si regolò con somma prudenza, ma sembra che vi sia una mano invisibile che dirìga queste nostre discordie . Consiglia al nuovo Ministero di chiedere poteri straordinari contro i tumulti e gli abusi di stampa Vi è qui chi spende e spande per spingere il governo alla guerra e sospingere i marosi popolari affinchè sommergano le nostre libertà.
L'accusa di sovvenzioni austriache o retrive ricorre spesso nelle carte ufficiali dell'epoca, ma mancano prove, l'unico elemento veramente sospetto è l'Urbino. I finanziatori del Circolo italiano erano il Giovan Battista Cambiaso, che morrà eroicamente lottando contro il colpo di stato di Napoleone TTT, e l'Albertini, nego­ziante, figura non bella di gretto municipali sta.
Sembra che Carlo Alberto si pieghi ad un ministero Gioberti in cambio del Comando nominale dell'esercito: gli è che, constata il Favre, malgrado tutto, Carlo Alberto in Piemonte reste le bien aimé de la major ite du peuple , il soldato vuole ancora Carlo Alberto alla testa.
Il nuovo Ministero intende seguire una politica opposta a quella del precedente: invece di mettere Genova in istato d'assedio, farà allontanare la troppa stanziale: eliminerà il disordine con la fiducia. 2) Con queste direttive viene inviato a Genova
I) Corrésp. Favre, lett. 13 dicembre 1848, loco cit.
Cfr. pure Carte Durando, cari. 110, Museo Risorgimento Torino, lett. 17 di­cembre 1848 n Giacomo Durando. Sull'azione del Pareto, cfr. lettere di Lorenzo Pareto a Viaeeuzo Rìcci del 2,16 e 19 gennaio 1849 in Musco Risorgimento Genova.
9) A.M.A.E. Corrésp. Sardaiane, Boia le Comic au Ministèro, dèe. 1848, voi. 322, f. 575/