Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; GENOVA
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1950
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69
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Genova dal luglio 1848 alVaprile 1849, ecc. 69
ma mantiene Buffa al suo posto, pensando d'inviargli Giovanni Rnffini come consigliere: dà ordini segreti di suo pugno al comandante militare di non consegnare il forte dello Sperone, come era stato promesso nel proclama.l)
Domenico Buffa sotto l'influenza1 dell'esperienza, forse per opportunismo, forse, per le sue concezioni filosofiche, va evolvendo verso opinioni moderate; col console francese giustifica il suo operato dicendo che vuole abbandonare i Genovesi ai loro stessi disordini, e nello stesso tempo oscilla fra il Circolo italiano e il moderato, il quale era soprattutto preoccupato della perdita delle simpatie francesi per 1 Italia in seguito all'evoluzione in senso conservatore della Francia.
La tendenza generale è verso una internazionale dei partiti.
Lo stesso console Leon Favre aveva visto in pericolo il suo posto: e si era raccomandato a mezzo di Pietro Berretta a Vincenzo Ricci perchè facesse parlare in suo favore dal fratello Alberto. La situazione sua però diventa sempre più difficile: quando le convinzioni personali non fanno velo all'osservatore, riconosce che solo una infima parte della popolazione, costituita da medici, avvocati, giornalisti, è d'accordo con i repubblicani di Firenze: se alcuni pensano ad una repubblica genovese è solo per fonderla poi con le altre. L'immensa maggioranza è guidata solo da interessi, ma si unisce alla prima per antipatia al Governo piemontese, rattenuta sempre da forti legami materiali. Però, Favre conclude, vi sarà una rivoluzione in caso di sconfitta. 2)
II punto nevralgico del conflitto è costituito ormai dai due progetti di Costituente, quella romano-toscana e quella federativa giobertiana.
H 12 gennaio si iniziano a Genova le colluttazioni fra gli esponenti delle due tendenze: il Circolo italiano spinge la sua audacia fino a parlare di déchéance del ie: la crisi del dicembre gli ha dato il trampolino per imprese più ardile: si prepara una rivolta.
Buffa rifiuta ancora di chiudere il Circolo; vuol pazientare fino all'ultimo per metterlo dalla parte del torto ; offre le sue dimissioni che sono respinte. 3) 11 ministro sardo in Toscana segnala in data 17 gennaio l'invio di uomini e denari; Pareto esasperato se ne va perchè ha sentore che ci si vuol sbarazzare di lui, ma l'opinione pubblica è contraria agli estremisti, le diffidenze dei conservatori per Buffa sono cessate: il partito costituzionale riprende forza; la questione fondamentale però permane: la Toscana si unirà al Piemonte o a Roma? Gioberti vorrebbe imporre la costituente federativa inviando diecimila uomini in Toscana: a Firenze per impedirlo si pensa di fare una potente diversione a Genova, dove l'opinione al riguardo permane contrastante anche nella Guardia Nazionale; gli artiglieri sono mazziniani, i bersaglieri gioberliani. Prevalgono i montanellìani per l'appoggio lombardo, come lo dimostrano le due manifestazioni del 12 e 13 febbraio: Pareto,
1) Vincenzo Ricci all'Avv. [?] 16 dicembre 1848, in BIBLIOTECA UNIVERSITARIA di Genova. Sull'incarico a Giovanni Ruffini efr. G. CAGNACCI, Mozzati ed ì fratelli Raffini, Porto Maurizio, 1893, p. 362,
*) Corrcsp. Favre, loco cit 19 dicembre 1848.
Sull'appoggio di Alberto Ricci al Favre, cfr. lettera di Pietro Berretta a Vincenzo Ricci, 20 dicembre 1848, Musco del Risorgimento Genova.
3} in mancanza delle relazioni del Buffa, ho utilizzato la corrispondenza del conservatore Matteo Mollino e del radicaleggiarne Pietro Berretta a Vincenzo Ricci, in Museo del Risorgimento, Genova.