Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; GENOVA
anno <1950>   pagina <76>
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Carlo Bandi di Vestite.
le munizioni, il De Asarta.*) La decisione sembra quindi determinate dalla man-tata resistenza della troppa, come vuole la posteriore sentenza del Tribunale di Genova.
L'Avezzana ha poi dichiaralo che voleva indurre il Comando Militare di Genova a non riconoscere l'armistizio, e dopo aver rimosso certi ufficiali superiori ed operato il concentramento con la Divisione lombarda, uscire da Genova, e facendo un appello al patriottismo delle Province piemontesi* continuare la guerra all'austriaco. Le mie pratiche avrebbero avuto esilo felice senza una classe di persone che non so se per malvagità o per ignoranza, spinsero troppo presto l'insur­rezione e così guastarono perfettamente il mio piano .2) Accenna evidentemente all'assalto dell'Arsenale da lui non voluto. Conferma questa Interpretazione la lettera spedita il 2 aprile ai Triumviri di Roma: Domani o ci affratelleremo con la truppa o combatteremo, e la contemporanea dichiarazione mazziniana di deca­denza della guerra regia e di inizio della guerra di popolo.
Si accostava alle sue idee Costantino Reta, inviato, come si e visto, da un grappo di deputati dissidenti di estrema. Era questi un popolano riuscito a farsi strada in politica più che in letteratura; uomo di opinioni gagliarde ed energiche, facile ad entusiasmarsi come a perdersi d'animo, già primo segretario estensore del famoso Risorgimento. Se ne era allontanato perchè non voleva essere solo un impiegato; voleva vivere dei suoi scritti, diventare quel che oggi si chiama un giornalista. Ora a quell'epoca non si ammetteva il puro professionista in politica: si esigeva una posizione sociale, ed il resto lo si ammetteva come ozio . Di li il suo dissidio con Cavour. Si era in seguito legato al Pareto il quale gli aveva promesso i mezzi per un nuovo giornale: in politica, dopo aver sulle prime appog­giato Gioberti, lo aveva combattuto nel marzo per le stesse ragioni dell'Avezzana: era socialista nn po' sul tipo dei Pellegrini, in complesso né un mazziniano, né un estremista, come appare dai suoi articoli sul Mondo illustrato. 3)
Ritornando agli eventi genovesi, è noto come, assalito da una turba il nucleo principale era costituito da marittimi e da un gruppo bergamasco di passaggio il comandante del presidio De Asarta si vide costretto a capitolare dall'incredibile
l) La sentenza 30 luglio 1849 della Magistratura di Appello di Genova contro l'Avezzana sottolinea il suo voltafaccia se così si può chiamare allorché dopo la presa dell'Arsenale ha l'impressione che le truppe non si sarebbero battute. Tale tesi è suffragata dalle testimonianze (ARCHIVIO STATO GENOVA: Processo per i moti politici nel marzo-aprile 1849, cart. 21-22).
*) Cfr. le dichiarazioni Avezzana in Almanacco Nazionale per il 1850, Torino, Tipografìa Arnaldi, e il sunto del discorso tenuto a Roma dall'A. stesso, in D'ALIA, op. àUt p. 110, riprodotto anche da altre fonti. Notizie sull'Avezzana si trovano in HOWARD R. MARRARO, American opinion on the unification of haly, 1846-61, New York, 1932, pp. 68 e 220.
3) Lo studio principale è quello di G. BUSTICO, C. Reta in Risorgimento Italiano, gennaio-giugno 1920, ma incompleto.
Sulle idee cfr. l'opuscolo: All'erta, Torino, febbraio 1849, che accusa l'ambiente retrivo di voler rinnovare il sabotaggio del luglio '48 ed il Ministero Gioberti di voler dividere le forze invece di unirle a quelle dell'Italia centrale. Era l'idea anche di Cesare C. Cabella (F. RIBELLA, op. cit p. 195).
Alcuni punti delle relazioni del Reta con Cavour sono ancora oscure.
Su Cavour e Genova nel 184849 cfr. A. BERT, Nouvelles Lettres inèdite* (car­teggio Cavour-De La Ruc), Roma, 1889.