Rassegna storica del Risorgimento
SAPRI (SPEDIZIONE) ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno
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1917
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pagina
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770
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770
M. MamiotU
Carissimo amico,
Jl generale Pepe mi ha consegnato la vostra lettera. Vi ringrazio della memoria affettuosa che serbate di me.1
Siete fra quelli che stimo sinceramente, e mi piace di sentirvi dire che la causa italiana malgrado tanti disastri la credete grandemente moralizzata sia per l'affratellamento degli Italiani, sia per lo scopo dei loro desideri. Io sono dello stesso avviso.
Darò a Pepe alcuni appunti sulle cose toscane, quantunque io stia scrivendo un lavoro storico che spero dar presto alla luce su questo soggetto.
Sono in grande apprensione per la crisi piemontese.
Avrei desiderato che cotesto angolo di terra italiana si conservasse ancora italiano, e pei* me le nostre condizioni saranno peggiorate di molto quando non vi sarà più libertà di stampa in Piemonte e quando tutti gli emigrati Italiani dovranno andare fuori d'Italia,2
So per prova che un punto d'appoggio alla leva della libertà sul terreno legale vale tutte le sètte, e tutte le cospirazioni le più estese. Dio faccia che non siamo ridotti a vedere il Piemonte napoletaniz-zato ! E voi, che siete sulla faccia del luogo, che ne pensate ? Datemi qualche buona speranza.
Qui nulla di più di quello che leggete nei giornali. La Maggiorità onnipotente s'è sfasciala. I Legittimisti sono inferociti contro il Presidente e la sua Polizia. I Paesani hanno saputo dai Curati che ci sono delti scellerati che si chiamano socialisti i quali vogliono abolire le imposizioni, e il frutto dei capitali, e queste prediche sono state una crociata in favore del socialismo. Si tiene per oerto che la nuova Assemblea sarà socialista, se non si abolisce il suffragio universale. Contro questa àncora di libertà sono dirette le mene reazio-
1 II gen. Guglielmo Pupe ohe dopo la caduta di Venezia orasi recato aipavigt.
a Nella soduta della Camera dei deputati subalpina, il 16 novembre 1Ì era stato votato di sospendere la discussione del trattato di pace con l'Austria finché non al fosse determinata la sorto degli emigrati lombardo-veneti. Il mini-stro D'Azeglio era stato sconfitto. Il 20 novembre il re BOÌOISO la Camera, indi-cendo lo nuove eiezioni per il 10 dicembre, e rivolse al popolo il famoso proclama di Moncalieri. Iie elezioni risultarono favorevoli al Governo. Il Conto di Cavour disse poi che quel proclama aveva salvato il paese.