Rassegna storica del Risorgimento
CIPRIANI LEONETTO
anno
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1917
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pagina
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783
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La prigionia, di Leonetto Cipriani a Mantova nel 1848 783
cloaca immonda non vi era illusione possibile. La nòtte i topi presa confidenza non si contentarono più della passeggiata. Gli morsero le mani - se le mise in tasca - gli morsero gli orecchi. Erano affamati, e chi ha fame, bestia o cristiano prende il mangiare dove lo trova. Ma quel che più gli fece ribrezzo, fu sentirsi nella mano qualcosa di freddo fermo immobile. Non capiva cosa tosse, e non osava muovere la mano, ma quel freddo salendo su pel corpo l'alzò preso da moto convulso, e senti cadere in terra qualcosa che saltellava - era un rospo.
Animale schifoso, ma inoffensivo e meno noioso del topo - fatta questa riflessione si addormentò. - È incredibile come uomo risoluto a tutto, dando spiegazione a tutto, e sopportando tutte le tribolazioni come se fossero nulla, sa trovare la calma in qualunque posizione si trovi - e certo quella di tuo padre non era brillante.
Il giorno passò come il primo e la notte peggio della seconda a causa dei topi. Pazienza, dormirò il giorno e~starò sveglio la notte , pensava il tuo povero padre. Chiese al secondino che gli portava i pasti - non era più il carceriere - un certo Stockhausen - cinque libbre di carne cruda. La domanda era così strana che quell'uomo si scosse, e domandò: Perchè fare ?
Per dar da mangiare ai topi .
Gli voltò le spalle borbottando in tedesco - senza dubbio lo prese per matto.
La notte solita storia - calci, pugni, lotta continua con i poveri affamati. Sul mattino-si addormentò profondamente, quando tutto ad un tratto si svegliò sentendo un topo dentro lo stivale.
Attaccare un grido, buttarsi giù dal pancaccio e saltare come 3gg ossesso fu tati* uno. Non senti più muovere nulla, ma senti qualcosa di umido al piede, e capi subito - un topicidio !
Si Ievfc lo stivale -lo scote - non c'era nulla da pulirlo - chiuse gli occhi e la bocca, infilò il piede e saltò finché l'impressione non fu passata.
Non trovando poi profitto a dormire il giorno, perchè tanto la notte i topi lo tormentavano lo stesso, stette sveglio tutto il giorno. La sera si addormentò, e se lo svegliavano ad intervalli quando lo morsicavano, alle loro passeggiate aveva fatto l'abitudine. Ma all'alba si svegliò sentendo un rosicchio - era una dozzina di topi che avevano dato addosso alle suole degli stivali. Allora sì che saltò dal pancaccio e per una ragione diversa dalle altre.
Partendo per la guerra si era fatto fare da un Crispino Rizzani del piano di Pisa due stivaloni di vacchetta con cinquanta napoleoni dentro ogni suola. A camminare erano pesotti, ma a cavallo facevano