Rassegna storica del Risorgimento
CIPRIANI LEONETTO
anno
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1917
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pagina
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791
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M prigionia di Leonetto CipHani a Mantova mi 1848 71
simili casi, che tutti i consiglieri preferissero la strategia difensiva a quella arditamente offensiva.
Gli elementi dell'armata piemontese erano perfetti sotto tutti 1 rapporti. Buoni soldati, buoni quadri, buonissima cavalleria, eccellente l'artiglieria. Se difettava in qualcosa, era nello stato maggiore, anima della guerra. Ma in complesso i piemontesi erano benché pochi cosi buoni e cosi compatti che era il caso di poter tutto osare nelle condizioni in cui si trovava l'Austria*
Osare osare osare ed osare in quel momento voleva dire abbandonare V Italia e pel Tirolo piombare sopra Vienna. L'Ungheria insorta avrebbe Catto altrettanto, a l'Austria era vinta.
Ma una dozzina di vecchi generali a questo piano si sarebbero . spaventati, esclamando: e la base di operazioni - e la ritirata - e gli approvvigionamenti - e le munizioni - e cento e mille ma da farne uscir la voglia al più ardito.
Un generale in capo non deve prender consigli da nessuno. 0 è o non è all'altezza della situazione : se non lo è vada a casa sua, se lo è i cousigli non gli faranno far nulla di buono. I piani troppo studiati provano timidità e poca fiducia nel successo; e la fiducia nel successo è quasi sempre vittoria.
Carlo Alberto non era all'altezza della sua responsabilità. Passando il Ticino fu 11 coraggioso iniziatore dell'indipendenza italiana, e per quel motivo sarà venerato dai posteri come redentore d'Italia. Ma l'Italia non i'han fatta né la prima, né la seconda, né la terza, né la quarta campagna, che Iddio perdoni a chi le diresse. L* Italia T ha fatta la Provvidenza - chiamatela provvidenza, destino, fortuna o terno al lotto ; son varianti che voglion dir tutte lo stesso. GÌ' Italiani bau fatto di tutto per disfarla, non per farla. Ma ringraziamone Iddio: l'Italia è fatta, e fatta per sempre appunto perchè chi non ebbe stomaco a farla neppure ha stomaco a .disfalla.
Se Carlo Alberto fosse stato un principe Eugenio, con qualche pugno di buoni piemontesi, prima che finisse il *4S era re di tutta Italia, compresa Roma - spazzati gli Austriaci i Lorena a casa loro, il Borbone di Napoli a casa del diavolo e p papa al Vaticano pontefice spirituale. La vittoria e il prestigio avrebbero fatto tutto. Ai Lorena ed ai Borboni bastava uno scappellotto. Col papa, se mai vi fu momento da arrivare agli accordi, sarebbe stato quello.
A Pio IX, già disgustato dalla cattiva prova di papa costituzionale, ma sempre luebbriato dagli applausi di strada, Carlo Alberto tornando da Napoli vittorioso, ed entrato in Roma doveva dire: Ci sono e ci sto , e fattosi proclamare in Campidoglio dall'armata imperatore degli italiani domandargli ossequiosamente di essere inco-