Rassegna storica del Risorgimento
PROCESSI ; CALABRIA
anno
<
1950
>
pagina
<
438
>
UN PROCESSO POLITICO NEL 1849 IN CALABRIA ULTRA
Fra le carte della Raccolta Visalli dell'Archivio di Slato di Reggio di Calabria, i è una copia della Sentenza e requisitorie dalle quali emergono1 i nomi di tutti i Complicati politici détta Provincia - 31 Marzo 184 su 36 pagine, che meriterebbe di essere studiata in lutti i suoi particolari. H soggetto si ricollega strettamente ai moti reggini del 1847, attraverso la rivoluzione deiranno successivo. I Complicati negli elementi dirigenti sono gli stessi dei movimento neo-guelfo calabrese, che doveva sfociare nella drammatica Piana di Gerace.
Se è vero che il 1848 come afferma il Croce - staccava i Napoletani dal regno di Napoli, è anche vero che la battaglia ingaggiata per la Costituzione, dopo il 1S maggio, velava appena lo sfondo comunistico dell'insurrezione. In Calabria, la rivolta dei rurali per la conquista e la spartizione delle terre demaniali assumeva un significativo monito precorritore.
Unitari e federalisti, concordi nella lotta politica anti-borbonica, si scindevano, però, nella prassi rivoluzionaria, pavidi com'erano delle masse popolari.
Ora, testimonianza tipica di tale atteggiamento spirituale sono alcuni Bullettini, pubblicati dal Comitato Provvisorio di Pubblica Sicurezza, ed allegati alla predetta Sentenza del 31 marzo 1849.
I medesimi esponenti della corrente neo-guelfa del 1847, da S. Eufemia, si ponevano alla testa degli insorti, dando all'azione rivoluzionaria finalità moderate. Bisognava, specialmente, rassicurare i benestanti, i pacifisti conservatori, abbarbicali alla prudente, paternalistica, dinastia borbonica.
Problemi economici, o comunque di carattere sociale, che. riguardassero il ceto contadinesco, l'artigianato, il commercio, ecc., non potevano, né dovevano porsi i capi del nuovo conato costituzionale. I principali di essi, già seguaci di dottrine giobertiane rivedute e corrette, nel Bullcttino N. 1 del 28 giugno 1848, si dichiaravano esplicitamente pronti e disposti alla tutela della conservazione dell'ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini e delle proprietà, al rispetto delle leggi.
E nei susseguenti Bullettini non vi è alcuna traccia, neppure rcttorica, di futuri miglioramenti per popolazioni depresse, o di riordinamenti sociali.
Ma questa assenza di programma riformatore avveniristico non ingannava la parte borbonica. perchè ben si scorgeva lo sbocco naturale della sommossa, a dispetto, e contro la volontà, dei timorosi dirigenti del liberalismo calabrese. Essa antivedeva le conseguenze, nel prossimo futuro, delle premesse teoriche dei patrioti, e colpiva inesorabilmente la parte avversa, convertita alle idee innovatrici del secolo.
Ed ecco perchè t giudici della Gran "Corte Criminale di Reggio non potevano assolvere o mitigare la sentenza riparatrice: Non si trattava soltanto di punire chi preconizzava, o cercava di attuare, un nuovo sistema di governo nell'ambito delle caste già predominanti (ciò che poteva essere accettato mediante trapassi nominali di poteri), ma vi era in giuoco lutto il regime economico del regno.
Oggi, che nella stanca e vecchia Europa si ripresenta il cosidetto spettro del fatidico 1:848, socialista o comunista che sia, non è priva d'interesse una rapida scorsa alla cronaca processuale degli avvenimenti occorsi in provìncia di Reggio di Calabria.