Rassegna storica del Risorgimento

PROCESSI ; CALABRIA
anno <1950>   pagina <439>
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Un processo polìtico nel 1849 in Calabria Ultra 439
Ecco, senz'altro, il preambolo della Sentenza di cui eopra:
Ferdinando Secondo - Per la Grazia di Dio Re del Regno delle Due Sicilie L anno mille ottocento quarantanove il giorno trentuno del mese di marzo in Reggio La Gran Corte Criminale di Col A Ult.a la - Composta dei Signori: D, Cesare Mazza Presidente, D, Giovanni Guglielmucci, D. Gerardo Carli, D. Vincenzo Siri* Unni, D. Nicola NicoletH Giudici - Coli'intervento del- Consigliere D. Gabriele Fosckini Procre GenJe del Re E coWassistenza del Cancelliere Sost.o D. Carmine Miraglio - Sul rapporto del Sigr Nicoletti Giudice Comm.o;
Veduti gli atti relativi al reato dì cospirazione, attentato, ed altri contro la sicurezza interna dello Stato ad oggetto di cambiare la forma del Governo, e lo statuto costituzionale;
Veduta la requisitoria del Sr Pro.re Gnle del Re del tenor che segue
Il Pub.co Min.o
Veduti gli atti in quarantadue volumi relativi alVattentato che alcuni individui commisero contro la sicurezza interna dello Stato, ad oggetto di cambiar la forma del Governo, e lo Statuto costituzionale;
Osserva Che in seguito di segreta cospirazione, mercè Vopera di non pochi Siciliani, che dalla prossima Messina s'introdussero in questa Provincia, e nelle adiacenti, dalla metà di Giugno dello scorso anno si appalesava uno spirito d'insur­rezione: lo scopo appartenente si era Vottenere alcune concessioni, oltre le guaran-tigre che la Maestà del Sovrano ne avea largito collo Statuto Costituzionale, ma nel fatto portavasi contro la Sacra persona del Re, e contro U Governo della Maestà Sua,
Venivano impugnate le armi. Un'orda di circa cinquanta individui verso la sera del 19 giugno ultimo appariva in Sant'Eufemia, Comune annesso al Circon­dario di Sinopoli. Di là l'orda suddetta muoveva il di seguente, dirigendosi per varj paesi*
A poco a poco quelle schiere aveano incremento, e si stabiliva tra esse un governo che intitolavasi Comitato provvisorio di pubblica sicurezza. Una procla­mazione stampatasi e veniva diffusa dovunque. Con essa si appalesavano assai pia torbide le mire di quel movimento rivoluzionario perchè tra le altre cose, in quella proclamazione dicevasi non vi è più transazione tra il tiranno, ed il popolo >, ed a questa frase consuona ciò die alcuni insorti andai an gridando, cioè viva la repubblica . // dì 27 di detto mese tornavano in Sant'Eufemia più che cinquecento di questi individui de' quali altri armati e molti inermi.
Il dì 30 di detto mese, con corte stampate ch'essi intitolavano bollettini del provvisorio Comitato di pubblica sicurezza, tra le altre molte disposizioni date, si ordinava all'Intendente della Provincia, ed a varie altre Autorità di cessare imme­diatamente dalle loro funzioni, ed al Ricevitore Generale e Ricevitori Distrettuali di tener le somme a disposizione del detto Comitato. Agli imi ed agli altri venivan fatte minacce onde quegli ordini fossero eseguiti. Fari eccessi, lungo il giro per vari paesi, quella gente distribuita in diverse schiere commise, or distruggendo ed infrangendo stemmi reali, o le statue in gesso de' Sovrani, or estarguendo denari dalle pubbliche caste, or distruggendo il telegrafo di Palme ritenendo i cannoc­chiali ed altri utensili, or 'imponendo tasse a' Cittadini, o pretendendo somme da' Sindaci ed Esattori. Comunali, ora in fine ordinando che un determinato numero di Guardie Nazionali di nessun Cernute insorgesse con essi imbrandendo le armi*