Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; TRENTO
anno <1950>   pagina <448>
immagine non disponibile

448
Bice Rizzi
Ma nel mentre si tenevano d'occhio queste manifestazioni là Luogotenenza di Innsbruck e quel Commissariato Supcriore di Polizia sollecitava il de Kcmpter e il Khautz con circolari diverse a compitare gli elenchi dei compromessi militari e cioè di quanti avevano preso le anni contro l'Austria (N. 448 del 1849 Pres. e N. 422 del 1852 Pres.).
Ma un'inchiesta stava particolarmente a cuore al Luogotenente e al Capitano Circolare e precisamente quella sul comportamento del clero trentino (N. 548 Pres.) per la quale faceva tenere a tutti i sigg. Gradici e Dirigenti l'Uffizio in data 9 dicem­bre del 1849 la seguente lettera: In seguito a superiore ordine io La invito (V additarmi i curatori (Vanirne i cappellani ed altri sacerdoti i quali nelVanno *48 inclinarono al partito italiano rivoluzionario, apiegarono i loro sentimenti avversi al governo austrìaco con parole e con fatti, per fomentare la popolazione e recare così qualche danno allo stesso governo austriaco. Mi si daranno i relativi cenni in tutta confidenza. Ma già nel gen­naio dello stesso anno quel Capitano Circolare inviando ai Capi Uffizi}) istruzioni per evitare ingerenze del Comitato Patrio nei Comuni, li metteva in guardia affinchè sorvegliassero il clero del proprio distretto il quale, diceva testualmente la nota, in non poche stazioni di cura d'anime usa un contegno incomprensibile con la sua vocazione e coi doveri verso il governo mettendosi alla testa delVagitazione politica delle volte da vero partigiano per sedurre ed ingannare la popolazione (N. 13 Pres. r.).
Tralasciercmo quanto riguarda l'inchiesta militare che tale lavoro ci porterebbe ad una relazione troppo estesa per soffermarci sull'inchiesta sul clero e per una ragione di colleganza, sul pensiero politico nell'ambiente dei Giudizi Distrettuali. Tralasce­remo anche di soffermarci sui preti più noti sui quali già apparvero pubblicazioni quali don Giovanni a Prato, il leader dei Deputati alle Diete di Francoforte e di Vienna, arrestato e poi sospeso dal posto di professore al ginnasio di Rovereto, su don Giu­seppe Grazioli incarcerato sotto l'imputazione di aver appoggiato in Val Sugana gli arruolamenti e le bande dei Crociati, su don Gian Battista Zanella, sfuggito agli arresti, Cappellano della Legione Trentina, amnistiato, ma non per nulla rassegnato se il cav. de Kempter lo deve in data 21 dicembre del 1849 far richiamare dal Vescovo perchè in una sua predica dell'ultima domenica aveva mostrato assai entusiasmo per l'Italia (N. 356 P. R.).
Negli elenchi dei compromessi politici apparsi nell'opera citata La lotta per l'Unità e Indipendenza che riassumono i precedenti di cui si discorre non vi appaiono molti dei nomi che invece abbiamo rinvenuti in questi esaminati all'Archivio di Stato o se vi appaiono mancano di quelle notizie di cui è oggetto la presente comunicazione.
Come il clero del Lombardo Veneto e degli altri Stati italiani, specie il più colto, anche quello trentino fu subito concorde al grido di Pio IX dando una interpreta­zione patriottica agli atti e alle parole del Papa che appariva insieme riformatore e liberatore e non fu da meno nello slancio in appoggio all'elemento insorgente.
Il Khautz in data 20 dicembre del 1849 aveva raccolto la voce, e si affrettava a segnalarla al superiore di Innsbruck, come perfino questi sacerdoti rivoluzionari por­tassero un contrassegno e precisamente un nastro con ivi ricamate tre vocali C. S. A. e concludeva testualmente salvo poche eccezioni preti e chierici sono di sentimenti ostili all'Austria (N. 354 P. R.).
Ricorderemo invece qui i meno noti rinvenuti e postillati nel libro nero della polizia di Trento.
II Vicario stesso del Prìncipe Vescovo il canonico Giacomo Frainadimetz sembra non essere elemento sufficientemente fidato o benché cesia scaltro in sommo grado