Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; TRENTO
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1950
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Clero e magistrati trentrini nel 1848-49 449
come dice la postilla, pure viene segnalato tra i favoreggiatori dei partito italiano e patrocinatore dei sacerdoti che si erano dichiarati per tale partito . Anzi si doveva ascrivere a lui se il Vescovo non aveva particolarmente infierito contro il clero che si era compromesso (N. 69 pres, 1854)
E dai Giudizi Distrettuali arrivano le relazioni richieste qualcuna con ritardo nei confronti del limite accordato, tendente a minimizzare che, tra giudici stessi come vedremo più avanti, una buona percentuale era tutt'altro che ligia all'Austria, l)
Del distretto di Male uno solo del clero può essere considerato elemento fidato e precisamente il curato di Vermiglio don Antonio Toniolli. Gli altri militavano nel partito itali ano come Don Bortolo Bevilacqua benefiziato di Male imprudentissiino nel parlare per cui già nel decorso anno fu dal giudizio chiamato all'ordine. Cosi don Emilio Ferrari curato a San Bernardo di Rabbi è rimosso dal posto per le sue sfacciate espressioni pel suo fanatismo assieme al fratello, don Giacomo curato a Caldes, che con don Emilio furono nientemeno mercè il loro pernicioso influsso cagione della pazzia di un altro prete: don Giovanni Andreis da essi maneggiato pel partito rivoluzionario . A questi, quel giudice Dallatorre aggiungeva i nomi del curato e capellano di Peio don Enrico Tabarelli de Fatis e don Cesare Antonelli ambedue laudatori delle gesta dei cosidetti liberatori e dei loro seguaci, germanophaghi (sic) e alièni del governo dell'Austria. Anche il curato di Pracorno don Bortolo Dalla Serra è iscritto nel libro nero con la postilla Dicitore caloroso .
Il Giudice di Fondo, Domenico Brugnara, funzionario ligio all'Austria prepone all'elenco dei compromessi un suo personale commento: Nell'anno 1848, egli scrive, quando in Italia il nome di Pio IX fu fatto centro dello spirito rivoluzionario la massima parte del clero era., pochi eccettuati, chi più chi meno inclinato a favore del partito italiano ma quando il Papa fit il primo a soccombere alla Setta Repubblicana in allora si voltò bandiera ed il Clero fu il primo a parteggiare per l'ordine e per il partito conservatore, ed aggiungeva, se si eccettua il sacerdote Giuseppe Nesler di Mulesca... die fu caldo partigiano e questi fu uno di quelli che coi detti ed anche collo spargere dei proclami sediziosi cercava di fomentare il popolo e di renderlo avverso al governo austriaco. Certamente il clero dovette assumere una posizione più prudenziale dopo il fallimento d'ogni speranza ciò che dette parvenza, almeno per qualcuno, di essersi ravveduto . A don Nesler quel giudice dichiara però di dover aggiungere il curato di Vasio don Pietro Paoli che dimostrava particolare simpatia per il partito italiano (N. 22 Pres.).
Prudente pare fosse stato nel 1848 il clero del Distretto di Cles per quanto quel giudice scrivesse che et i giovani più degli altri erano inclinati al partito italiano (N. 61 Pres.) e soggiungeva ce molti di essi lo confondevano col partito del S. Padre ma i posteriori avvenimenti fecero ricredere come sembra (e il verbo è significativo) a non pochi . Primeggiavano invece come leali sudditi del governo costituito a i parroci di Tassullo. di Livo, il curato di Proves [zona mistilingue] e i Primissari di Cles e di Taio.
Il Capitano Distrettuale di Tione accompagnando nel 1852 un elenco di compromessi fa notare come a il '48 avesse portato le vertigini a tante persone saggie istigate da malevoli estranei come le parlate del Montanelli . Compromessi che secondo le sue impressioni si erano ravveduti e quindi erano poco pericolosi. E come si
*) Sulla costituzione del potere giudiziario nel Trentino vedi il lavoro di G. A. GRAMMATICA, Cento anni di cronaca gì distorta dei Circoli d Trento e Rovereto. Estratto dallopera di LUIGI MAGES DE KOMPILLAN: Die Justisverwaltung in Tirai u. Vorarlberg in don letxten hundert Jahren, Rovereto: Tipi Roveretana, 1888, pp. 35.