Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; TRENTO
anno <1950>   pagina <451>
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Clero e magistrati trentriiti nel 1848-49 451
e don Giuseppe Pache* (N. 3 Prce.). Di quest'ultimo la nota specifica a che perorava in favore della causa italiana e come la sua casa venisse additata come il luogo di con­vegno dei partigiani ribelli .
Un'altra attestazione significativa, .inequivocabile, sui sentimenti del clero tren­tino nel 1848-19 è contenuta nelle note di qualifiche riunite in due fascicoli mano­scritti (senza numerazione) compilate probabilmente nei primi mesi del 1849 riflet­tenti il personale dei Giudizi Distrettuali. L'anonimo relatore nell'esprimcre il giudizio su Giuseppe Dallarosa, giudice a Vczzano fa rimarcare che se in occasione degli ultimi avvenimenti egli si sia portato bene e che se talvolta il suo procedere sembrò peritoso più di quanto-lo avrebbero richiesto le circostanze ciò e da ascriver se alla difficile posizione in cui si trovavano i giudici di fronte al clero fanatico per la causa italiana. Purtroppo il clero trentino non ritroverà negli anni più tardi, soprattutto nelle lotte irredentistiche miranti all'unificazione lo slancio del 1848-49. Nascenti forze politiche sorte partico­larmente dopo il 1870 influirono sul clero e, tranne una minoranza che fu talvolta .eroica, questo passò tra l'elemento legittimista conservatore.
Anche tra i giudici che pur per la loro specifica mansione dovevano essere scelti tra gli elementi ligi al governo vi fu una buona percentuale di compromessi che subi­rono gli arresti o furono dimessi dal posto. Dai citati fascicoli si rileva come l'attuario di Ala Giuseppe Degasperi sia infido pei suoi sentimenti: questi dice la nota non è del tutto puro e quindi dev'essere sottoposto albi più severa sorvegh'anza . L'at­tuario del Giudizio di Nogaredo Mentore Zanolli è descritto come italomane e avente antipatia per il governo austriaco . Weiss Giuseppe impiegato aggiunto del Giudizio di Civezzano ha unito le sue grida a quelli che vogliono la separazione del paese e cosi Giuseppe Carli praticante il cui pensiero è quello d'un giovane italiano .
Del pensiero politico del giudice Giovanni Puechex di Cembra non c'è da fidarsi . Cosi a Condino reggeva quel giudizio un elemento particolarmente pericoloso: Stefano Grama tica che dopo gli avvenimenti del 1848 fu sospeso dall' ufficio e la nota vi aggiunge si è comportata in modo infedele verso il governo essendosi dato come spia ui ribelli italiani... ed è tempo maturo per il suo licenziamento.
Pure sospeso dall'ufficio risulta Cosimo Salvotti aggiunto di quel giudizio perchè nel 1848 s'era unito ai Corpi Franchi . Su Luigi Cai terbi a giudice a Male l'anonimo relatore scrive: Si deplora che il suo comportanento sia così ignominioso. Dopo conces­sagli V amnistia non mostrò alcun pentimento e non si è migliorato. Anche nel tempo in cui fu a Trento non nascose il suo tristo sentimento politico per cui non si ritiene affatto un elemento fidato e non si propone la sua riassunzione in servizio. (Era passato ai ribelli italiani). Ne aveva seguito l'esempio l'attuario Camillo (Hauser che pure non si migliorò dopo la concessa amnistia . Ancb'egli era fuggito coi Corpi Franchi unitamente al praticante di concetto, Pietro Martini che nel '48 aveva subito anche gli arresti ad Innsbruck. Di quest'ultimo la nota dice: preso da iìalomania e scoppiata la rivoluzione si è associato al Catterina e al Clauser coi quali è anche fuggito in Italia.
Carlo dementi giudice a Porgine che era stato deputato alla Costituente di Vienna è pure sospetto perchè il suo pensiero si è rivolto ultimamente al partito sepa­ratista . Egli era il fratello del congiurato Clemente incarcerato a Mantova, ivi morto nel 1855 e dell'ex cancellista di Stenico, Luigi che fn pure ardente patriotta e cospi­ratore, che ebbe nel 1853 un incarico dal Mazzini per un colpo di mano su Riva; egli fu anche tra i difensori della Repubblica Romana. Ancora nel giudizio di Porgine il praticante Luigi Manto va n divide la sua italomania colla maggioranza dei giovani di questo giudizio. TI Giudice di Rovereto Giovanni Zanolli sempre secondo la nota di