Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; TRENTO
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1950
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452
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452
Bice Rizzi
qualifica non vede di buon occhio l'elemento tedesco ed il governo, ed essendo un accaldato italomane è furbo abbastanza che non lascia trasparire le sue simpatie . Il giudice, di Val di Lcdro, Antonio Scopoli a dipende tutto dalla moglie che lo ha indotto a fuggire in Italia seguito nell'esempio dall'aggiunto Giovanni Giardi. In due diversi atti del 1849 (N. 123 e 235 P. R.) appaiono alcuni nomi di funzionari assai sospetti del Tribunale di Trento e della Corte d'Appello, avversi al legittimo governo: il barone Gresseri che ec schiva i colleghi tedeschi ed il a famigerato consigliere d'Appello Giovanni de Pretis già Deputato alla Diete di Francoforte e Vienna, l'attuario Dal Lago, l'ascoltante Conte Luigi Alberti Poia e i consiglieri Zanetti e Bel fanti. nel mentre si sconsigliava la nomina a Presidente del barone Cresseri elemento appunto infido una confidenziale partiva in data 5 ottobre del 1849 per Innsbruck sul conto dell'Alberti Poia che lo dipingeva a foschi colori e precisamente com'egli in occasione di una solenne messa da campo celebrata per festeggiare la conclusione della pace con la Sardegna e le vittorie riportate in Ungheria questi si fosse presentato in un vestito oltre ogni di indecente dopo avergli dovuto imporre Vordine di intervenire. Ed è notorio, continua la lettera come il nomimato Alberti in campagna abbia eretto un grande roccolo tinto coi colori italiani sul quale sventola una bandiera degli stessi colori.
In chiusa ai fascicoli manoscritti vi sono le qualifiche dei podestà di Trento e Rovereto: Giuseppe de Panizza e Giorgio de Abbondi (erroneamente vi sta scritto Carlo invece di Giorgio). Quest'ultimo è infido perchè ultimamente si è lasciato prendere nel laccio del partito italiano e ha prestato sollecita m ano a tutte le mene separatiste .
Invece il consigliere magistratale Carlo Cobbe cambierebbe colore politico secondo le circostanze. Sul de Panizza nomo molto prudente la nota è molto laconica: nessun biasimo al suo contegno politico .
Chiuderemo questa parziale rassegna che si riferisce esclusivamente agli atti citati con una statistica ricavata da nno degli elenchi compulsati ai fini di dare un'idea approssimativa delle categorie sociali a cui appartenevano i compromessi o sospetti politici: su 103 della città di Trento si hanno i seguenti risultati: 14 possidenti, 12 negozianti, 12 impiegati, 10 agenti di negozio, 10 medici, 7 consiglieri magistratali o della Corte di Giustizia, 7 sacerdoti, 6 avvocati, 5 professori, 5 tecnici, 5 studenti, 5 artigiani, 3 maestri, 1 oste (N. 94 Prcs. del 1852).
Ma le fatiche dei Giudizi Distrettuali, dei Capitanati della Polizia nel Trentino per tener aggiornati i bollettini dei compromessi non valsero a frenare le idee che il 1848 aveva risvegliato che da Ala quel giudice distrettuale (Antonio Sartorelli) scriveva al consigliere aulico barone von Sternek ad Innsbruck: Purtroppo lo spirito di nazionalità fa sempre maggiori progressi e specialmente invade la classe della possi' densa industriale e commercial* nonché quella deh"intelligenza. Egli i quasi un1 epidemia politica, nella gioventù specialmente. (Lett. inedita del 14 dicembre 1859 A. S. T.)
Epidemia che n allargò sempre più anche tra l'elemento popolare trentino che diede nelle successive campagne per l'Indipendenza e nelle lotte della Vigilia nn buon numero di valorosi combattenti e di tenaci assertòri
BICE RIZZI