Rassegna storica del Risorgimento

EUROPA ; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1950>   pagina <455>
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Mazzini e gli Stati Uniti d'Europa 455
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La spiegazione principale (anche se non unica) crediamo che sia la seguente. Per Mazzini, l'associazione dei popoli europei sarà una conseguenza diretta, immediata, spontanea diremmo fatale, se il fatalismo non fosse del tutto alieno dalla conforma* zionc spirituale mazziniana dell'affrancamento dei popoli medesimi. Le nazioni, costituendosi o ricostituendosi, si assoderanno: il processo di liberazione dei popoli fa per Mazzini tutt'uno con quello della loro unione. C'è la sola distinzione che passa tra due fasi successive di un fenomeno unico; e anzi, a rigore, neppure questa: perchè l'associazione tra coloro che nei diversi paesi lottano per la causa nazionale anticipa già l'associazione dei popoli redenti.
Gli Italiani è detto in Fratellanza dei popoli affratellatisi nell'unità di un intento, richiedono i popoli loro fratelli d'ammetterli nella grande associazione repubblicana (II, 273). a Una grande associazione si formi fra gli uomini della libertà, a qualunque suolo appartengano (ivi, 283). L'Umanità sarà costituita dice lo Statuto della Giovine Europa a quando tutti i popoli che la compongono, avendo conquistato il libero esercizio della loro sovranità, saranno associati in una federazione repubblicana (IV, 11). Non sì potrebbe esprimere più chiaramente più ingenuamente, verrebbe voglia di dire l'idea che la federazione repubblicana euro­pea è realizzata nel momento stesso in cui è perfetto l'affrancamento delle singole nazioni.
Dalla Giovine Europa saltiamo ci sono quindici anni d'intervallo alla Santa alleanza dei popoli. Il concetto non è mutato: Le nazioni saranno sorelle Libere, indipendenti nella scelta dei mezzi a raggiungere il fine comune e nell'ordina­mento delle loro forze per tutto ciò che riguarda l'intera vita, si stringeranno a una fede, ad un patto per tutto ciò che riguarda la vita internazionale (XXXLX, 215). Anche qui non è cavillo esegetico, ma semplice lettura del testo senza preconcetti, se si dice che la fede, il patto internazionale appaiono al Mazzini nìent'altro che il risultato del moto vittorioso delle nazionalità. Notiamo che questo è uno dei pochis­simi passi in cui c'è un accenno al riparto fra gli affari di competenza delle singole nazioni e quelli spettanti all'unione loro. Ma il riparto rimane del tutto generico, e non è appoggiato a nessuna istituzione, a nessun potere specifico: non si parla se non di a patto , e anzi di fede.
C'è una controprova decisiva di questo legame sicuro, di questo nesso organico posto da Mazzini tra moto delle nazionalità e associazione dei popoli. Mazzini imputa le divisioni, i contrasti esistenti fra gli stati unicamente a colpa dei vecchi regimi. Sono j re che tengono divisi i popoli, per interessi dinastici; liberandosi da loro, prendendo in mano i propri destini, i popoli si riconcilieranno, si troveranno insieme.
Onesta concezione, fra le più tipiche dell'idealismo mazziniano, è già abboz­zata nello scritto del periodo svizzero De la nationalitS (1836). Le nationalismc des peuples s'c-teint rapidement cheque jour... Aujourd'hui, le nationalismc n'est plus à craindre (VTT, 346). Ma essa trova la sua espressione classica, definitiva, allo vigilia del '48 nello scritto già citato Nationality and Cosmopolitìsm (1847: XXXIV, 33 ss.). Quivi è detto che il cosmopolitismo era stata una giusta reazione ni naziona­lismo dei vecchi governi. Adesso, la nazionalità dei poteri assoluti non si fonda più sulla credenza, ma solo sulla forza, mentre fra i popoli il nazionalismo va rapidamente morendo. Non vi è più da prevedere nessuna conquista, solvo quella dell'esempio e della verità. Finisce pertanto l'opera del cosmopolitismo comincia quella dell'asso-