Rassegna storica del Risorgimento
EUROPA ; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1950
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pagina
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457
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Mazzini e gli Stati Uniti d'Europa 457
* trattura precisa, implicante necessariamente un'autorità (coattiva) superiore a quella dei singoli popoli*
Per verità, una risposta al quesito diretta, esplicita, tale da tagliar corto a qualsiasi dubbio, non si può dare, perchè Mazzini si occupa di proposito in questo periodo, nelle sue parole non meno che nei suoi atti, della organizzazione rivoluzionaria europea, e non della organizzazione europea che succederà al trionfo della rivoluzione. Ma ha per noi un significato capitale il fatto che codesta organizzazione rivoluzionaria europea sia concepita sempre da lui come paritaria, tra i diversi popoli e rispettivi movimenti rivoluzionari (e tale essa rimase per quel tanto, o quel poco, che fu temporaneamente realizzata). Egli parla bensì di un a consiglio supremo , al disotto del quale debbono essere una serie dice consigli nazionali (XXXIX, 218 s.). Ma egli poi precisa che nel comitato europeo ogni popolo viene rappresentato da un individuo con eguaglianza di voto (XLIII, 202); e su questo punto insiste come fondamentale. Al che corrisponde il manifesto Ai popoli del Comitato europeo stesso in data 20 ottobre 1850 firmato da LedrnRollin, Mazzini, Darasz e Ruge ove si dice: I delegati dei Comitati Nazionali costituiranno allora il Comitato centrale della Democrazia europea (XLIII, 277). Lo stesso manifesto auspica un futuro Congresso nel quale le libere Nazioni saranno tutte rappresentate, e da cui uscirà la Costituzione dell'Umanità (ivi, 276).
Se si considera che un criterio fondamentale del Mazzini fu sempre quello che al periodo dell'insurrezione occorresse un potere direttivo concentrato, quasi dittatoriale, rinviandosi al tempo successivo l'attuazione di un ordinamento veramente democratico, riuscirà difficile supporre che egli pensasse all'istituzione, per quel tempo successivo, di un potere superiore alle singole nazioni associate, quando nel periodo precedente affermava esplicitamente il concetto paritario delle nazioni stesse, in forza del quale il Comitato europeo centrale sarebbe stato composto di semplici ce delegati nazionali. C'è di più. Nella Santa alleanza dei popoli si afferma che le nazioni libere e sorelle saranno indipendenti nella scelta dei mezzi a raggiungere il fine comune (XXXIX, 215); concetto che è ripetuto nel citato manifesto collettivo dell'ottobre '50. Una formula simile sembra escludere qualsiasi superstato. Infine, l'idea che abbiamo visto determinante nel Mazzini prequarantottesco, che le inimicizie fra i popoli sono frutto dei vecchi regimi, ritorna anche nella Santa alleanza dei popoli, scritto a esperienza quarantottesca conclusa: gli Stati europei, ostili finché non rappresentavano se non interessi di casta o dinastici, s'assoderanno, mediante la democrazia, intimamente più sempre (XXXIX, 214). Si tratta di un processo naturale, spontaneo, non di una costruzione gerarchica deliberata,
Una conferma almeno indiziaria di ciò, e un tratto caratteristico (a cui non si è fatta attenzione fino ad oggi) del federalismo europeo mazziniano, è l'adozione ch'egli fa del concetto di equilibrio, trasportandolo dagli stati di ancien regime alle Ubere nazioni. Già durante la rivoluzione del 1848, nell'Italia del popolo, egli scrive che r Europa tende a ricostituirsi per grandi masse come più è possibile equilibrate (XXXVIII, 41). E nella Santa alleanza dei popoli ripete e precisa che la tendenza dell'epoca è ricostituire l'Europa ordinandola a seconda delle vocazioni nazionali in un certo numero di stati equilibrati possibilmente per estensione e popolazione (XXXIX, 214). Nello scritto, pubblicato nella Weatminster Review dell'aprile 1852, Europe: Condition and Prospecls, abbiamo una precisazione ulteriore, numerica: il secreto del mondo avvenire (citiamo dal tento francese originale) est dans ces treize ou quatorze groupes se faisanl peu près e*qu tlibre sinon par la population, du moine