Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA ROMANA (1849) ; SPAGNA
anno <1950>   pagina <461>
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L'intervento militare spagnolo, ecc. 461
all'appoggio morale d'una tinta quasi cavalleresca che di Spagna era venuto alia sua causa, ma non credeva che potesse anche riceverne un aiuto materiale: il papa riconosce, dice testualmente l'ambasciatore, che questa impotenza spagnola è dimostrata già da quelle navi a largo di Gaeta, mandate li per sostenere la Santa Sede, ma completamente sguarnite di truppe. *)
Ed è partendo da questa constatazione che durante la conferenza di Gaeta.: essendosi in un primo tempo ventilata l'ipotesi 'che l'intervento su Róma avve­nisse per opera degli Spagnoli e dei Napoletani ed avendo il cardinale Antonclli dovuto riconoscere che per aver ragione della Repubblica romana occorrevano almeno 30.000 uomini, fu chiesto all'ambasciatore di Spagna, quanti uomini avrebbe potuto dare, questi dovette ammettere di non poter andare oltre i 7 od 8000; di conseguenza veniva a cadere, col cadere di questo progetto, il più importante degli obbiettivi tenacemente perseguiti in quel momento dalla politica, spagnola in Italia, consistente appunto, nell'impedire il diretto intervento dei due grandi Austria, cioè, e Francia.
Intervento non desiderato in quanto c'era da temere, ed a ragione, che dati gli antagonismi fra le due Nazioni e la diversa posizione di fronte alla rivolu­zione italiana, l'impresa avrebbe finito col perdere quel carattere di omaggio puro e semplice da rendersi al Vicario di Cristo come tale, che era nelle intenzioni della Regina e che escludeva di proposito qualsiasi possibile interferenza delle Potenze cattoliche nei rapporti presenti e futuri tra il papa ed i suoi sudditi. *)
Comunque anche svalutata la presenza effettiva della Spagna era ancora gradita e ricercata come contrappeso all'azione dei grandi ormai indispensabile e come garanzia di non secondi fini politici nel quadro degli avvenimenti italiani e magari di esperimentata ortodossia reazionaria; ed è prova di ciò l'essersi ven-tifato e ritenuto opportuno che fossero proprio gli Spagnoli ad andare a Roma.
Naturalmente delle incertezze e delle debolezze altrui ne approfitto Luigi Na­poleone e la Spagna che aveva assunto un ruolo di primissimo piano all'aprirsi della questione finì all'ultimo.s)
!) Queste navi fecero più tardi una breve campagna lungo il litorale laziale in collegamento con l'armata napoletana che voleva marciare contro Roma; il 28 aprile erano a Terracina poche ore prima di Ferdinando II. G. D'AMBROSIO, hi Reiasione della Campagna militare ecc., Napoli, 1851, pag. 18, dice che il comandante della flotta spa­gnola, commodoro Bustillos, di là se ne andò in Spagna assicurando che sarebbe stato di ritorno entro dieci giorni con il corpo di spedizione. Ferdinando II per qualche giorno sperò in questo intervento; in realtà fo l'ambasciatore Martinez de la Rosa che, illu­dendosi che all'annunzio degli avvenimenti di Roma il suo Governo avesse già fatto partire il corpo di spedizione diede ordine al Bustillos di andare incontro a questa ipotetica flotta per avvertirla di non sbarcare in porti dello Stato Pontificio già occu­pati dai Francesi.
Una, poi, di queste navi, il Maxaredo, si portò fino a Fiumicino, 6 maggio, ove sostò poche ore; su questo episodio ohe ebbe una certa eco alla Assemblea Costituente romana, seduta del 7 (vedine il verbale in Assemblee del Risorgimento, Tomo IV, p. 445); larga documentazione in ARCHIVIO DEM/AMBASCIATA, PI SPAGNA PRESSO XIA 5. SEDE, Serie Reales ordine, busta 722. Serie Ofieios de la Enbajado, Busta 778.
2) Vedi i verbali della conferenza di Gaeta in CAPOCLASSI, op. eit., J. BECKER,
0p. cit., passim.
3) Pio IX stesso, del resto, anticipando il giudizio della storia, nell'allocuzione del 20 maggio 1850, nella quale gradua i propri ringraziamenti alle potenze cattoliche