Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
anno
<
1950
>
pagina
<
467
>
Francia e Gran Bretagna in Sicilia nel 1848, ecc. 467
attentato; con che il Governo di Londra mirava soprattutto, questa essendo la costante direttiva della sua politica in Europa, a conservare quanto più lungamente possibile la pace, onde salvaguardare il pacifico sviluppo de' commerci, che la popolazione del Regno Unito svolgeva attivissimi con tutti i Continenti. Perciò, la diplomazia inglese sollecitava Ruggiero Settimo e Mariano Stabile ad affrettare la elezione del nuovo Re, su chiunque la scelta fosse per cadere, inquanto che era da prevedere, che una volta fatta reiezione, e dato normale assetto alle cose dell'Isola, il perìcolo di complicazioni guerresche sarebbe scomparso, essendo erronea* niente persuaso il Governo inglese, che il Re di Napoli [fosse] inabile a compiere, con i suoi propri mezzi, la conquista e la soggiogatone della Sicilia. *)
Ricorda Pasquale Calvi, che ancora nel giugno di quest'anno, Gaetano Scovazzo, non più ministro per gli affari di Sicilia nel Ministero napoletano, ma pur sempre autorevolissimo per dignità di vita ed equilibrio di giudizio e moderazione di atteggiamenti, mandava in Palermo persona di sua fiducia, con l'incarico di trattare per l'elezione di un figlio di Ferdinando II al trono dell'Isola; e questo tentativo era forse in connessione con una tardiva mossa dello slesso Borbone, il quale, mentre nell'aprile aveva lasciato senza soddisfacente risposta il suggerimento datogli da Lord Minto di acconsentire a Che: 'il' trono di Sicilia fosse occupato da uno de' suoi figli di secondo letto, adesso faceva sapere a Lord Palmerston, a mezzo di un suo emissario appositamente inviato a Londra, che qualora uno de' suoi figlioli fosse chiamato a regnare sulla Sicilia, egli era disposto a riconoscerne L'indipendenza. Ma non se ne fece nulla, perchè a Palermo si sospettò, che in tal guisa la Corte napoletana mirasse unicamente a far procrastinare sempre più, ogni definitiva decisione del Parlamento siciliano , e quindi, e soprattutto, per il timore che, collocato sul trono un figliolo minorenne dell'esecrato sovrano, il Regno continuasse ad essere governato da quel suo genitore, come per non pochi anni il napolitano reame, nella minorità dell'avol suo, Ferdinando I, governato aveva re Carlo, dall'Escuriale >.) E inoltre, che avrebbe potuto fare in Sicilia, pensavano i Siciliani, un rampollo nato ed educato in una reggia ad essa ostile, e con principi tutti opposti a quelli che avrebbe dovuto, se non professare, certo esercitare, e far valere, nell'Isola? questo fanciullo, in continua corrispondenza con un padre e re di quel conio, e per dippiù irritato, indispettito, corrucciato, come mai avrebbe potuto regnare costituzionalmente in Sicilia? ed era provvedere questo alle future e stabili sorti dell'Isola? .3) Due soltanto erano perciò i candidati sui quali poteva cader la scelta del Parlamento siciliano, il Duca di Genova secondogenito dì re Carlo Alberto, e il principe Carlo di Toscana figlio minore del granduca Leopoldo IL. IL Governo siciliano aveva già inviato tox suo rappresentante a Firenze, il messinese Carlo Gemelli, e una più numerosa ambasceria a Torino, composta di Enterico Amari, Casimiro Pisani e Giuseppe La Farina, con l'incarico di far riconoscere da quelle Corti i mutamenti politici avvenuti in Sicilia, di perorar l'ammissione di questo Regno nella Lega
*)' LA FARINA, Istoria doc, ctt voi. I, pp. 222 sgg.; [P. CALVI,! Memorie storiche e eròiche della Rivoluzione Siciliana dei HMIt, Londra, 1851, t. I, pp. 24Gj,
ì) 1 CALVI J Memorie cii., t. I, p. 248; FA DELLA DI TOH RE AUSA, op. cri.., p. 315; F* GUARDIONB, La spedizione calabro-sicula in Memorie della Rivoluzione Siciliana dell'anno 1848 pubblicate nel 50 anniversario del Xll gennaio di esso annW< termo, 1898, voi. II, pp. 84-5-6*
>) LAN/.A DI SCORDIA, op. ci*., p. 132.