Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
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1950
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Francia e Gran Bretagna in Sicilia nel 1848, ecc. 469
quella benevolenza che meritava , senza però conseguire l'intento per cui s'era mosso. ')
Che ne pensava l'Inghilterra circa la scelta del nuovo re? E che ne pensava la Francia repubblicana, dato che anche l'atteggiamento della Francia interessava il Governo di Palermo, tanto che, oltre a Michele Chiarandà barone di Friddani, il quale da parecchi anni abitava sulla Senna, e già aveva ricevuto l'incarico di rappresentarvi il nuovo Governo, la Sicilia nata dalla rivoluzione mandava a Londra, in missione diplomatica, i deputati Franco Maccagnone principe di Granatelli e Luigi Scalia, con l'intesa che essi dovessero, nello stesso tempo, mantener qualche contatto anche col Governo di Francia. 2) L'Inghilterra, cui bastava che in Sicilia non prevalessero gli clementi repubblicani, si manifestava agnostica circa la persona del Principe italiano che i Siciliani avrebbero risoluto di innalzare sul trono dell'Isola. È ben vero, che Lord Palmerston scrisse l'8 maggio a Sir Ralph Abercromby, che, qualora la Corona di Sicilia (osse offerta al Duca di Genova, toccava bensì a quel Principe decidere se gli convenisse di accettare o no tale proposta lusinghiera, ma che a lui poteva essere soddisfacente il sapere, che se avesse deciso in senso affermativo, Sua Maestà la Regina lo riconoscerebbe al momento opportuno, e quando egli fosse entrato in possesso del trono siciliano : ma è da avvertire, che il ministro inglese degli affari esteri scrisse in tal modo, dopo aver ricevuto, il 6 maggio, un dispaccio che il Console inglese a Palermo, il signor John Goodwill, aveva mandato il 17 aprile a Lord Napier a Napoli, e che questi ritrasmise, il 24, al Foreign Office, nel quale si narrava, come nella capitale dell'Isola corresse insistente la voce, che la Corona di Sicilia sarebbe offerta al Duca di Genova; e il nome di questo Principe era, fino a quel momento, il solo, sul quale fosse stata richiamata l'attenzione di Lord Palmerston. I) Di questa {importante risoluzione del Foreign Office, della quale, per qualche tempo, l'Abercromby credette opportuno di non informare nemmeno il Governo di Torino, venne prontamente messo a parte anche Lord Napier, che a sua volta ne dava comunicazione al console Goodwin, perchè il Governo di Sicilia ne fosse esso pure informato. Il Goodwin tuttavia, vedendo sul luogo che i pareri dei Siciliani circa la scelta del Re erano ancora divisi, decideva di aspettare alquanto prima di comunicare a Ruggiero Settimo e a Mariano Stabile il contenuto del dispaccio 8 maggio di Lord Palmerston, di aspettare fino a tanto che le inclinazioni del Parlamento siciliano verso la Casa di Savoia fossero meglio definite; tanto più che il favore con cui il nome del Duca di Genova era generalmente accolto nelle settimane immediatamente successive alla solenne decisione del 13 aprile, pareva adesso alquanto diminuito. Era infatti avvenuto, che con l'affermarsi della politica fusionista nell'Alta Italia, i fautori stessi del Principe sabaudo restassero scossi nella loro persuasione, e che
1) FARDEXLA oi TORREARBA, op. cit., pp. 286. 300. Sulla missione del professor Parlatore, cfr. G. FAI.ZONE, La missione di Filippo Parlatore attraverso le Memorie inèdite dello stesso ed altri documenti, Comunicazione al Congresso di Studi Storie] del *48 Siciliano gennaio 1948.
z) Sicilia e Piemonte nel 1848-1849 (Corrispondenza diplomatica del Governo dèi Regno di Sicilia del 1848-1849 con la Missione inviata in Piemonte per l'offerta della Corona al Duca di Genova), a cura del R. Archivio di Stato di Palermo, Roma, 1940, pp. 1 agg.: FARI>EM.A DI TORREARSA, op cit., p. 265; A. LA PECNA, La rivoluzione siciliana del 1848 in alcune lettere inedite di Michele Amari, Napoli, 1937 p. 323,
3) Correspondence cit., pp. 302-3.