Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
anno
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1950
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pagina
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471
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Francia e Gran Bretagna in Sicilia nel 1848, ecc. 471
di questa o di quella Casa regnante, esso desiderava unicamente la migliore sistemazione della Sicilia, la restaurazione della pace, la ricostruzione della società e di un governo monarchico; perciò il Parlamento siciliano doveva giudicare da è quale fosse il Principe meglio adatto a conseguire questi fini, poteva sceglierlo Ira 1 membri di una qualunque famiglia regnante in Italia, sia che credesse opportuno rivolgersi nuovamente e spontaneamente alla Dinastia napoletana, oppure a quella di Toscana, oltre che a quella di Savoia, in quanto era da ritenere che 11 Governo di Sua Maestà la Regina avrebbe esteso al Sovrano prescelto, chiunque egli fosse, la medesima dichiarazione elle aveva fatta nei confronti del Duca di Genova, e che pertanto, in un momento conveniente, e quando reietto fosse stato in possesso del trono, egli non tarderebbe ad essere riconosciuto come il legittimo Re dei Siciliani. E comunicando il dispaccio dell'8 maggio, il Goodwill era incaricato di far noto al Governo siciliano anche il chiarimento aggiuntivo fattone in tal modo da Lord Napier. ') Il quale aveva interpretato con tanta esattezza il pensiero di Lord Palmerston, che questi, il 23 giugno, s'affrettava a scrivergli, per dirgli, che infatti, egli non aveva mai inteso di manifestare una particolare preferenza per qualsiasi Principe italiano; che se aveva accennato, nel suo dispaccio dell'8 maggio, al Duca di Genova, aveva ricordato questo Principe perchè in quell'ora soltanto a lui pareva si volgesse la mente dei Siciliani; che unicamente costoro potevano valutare i propri interessi e consultare i propri desideri, mentre il Governo di Londra era disposto a riconoscere, quando ne fosse giunto il momento, quel qualunque Principe che i Siciliani avessero prescelto. 2) E poi che, nel frattempo, Lord Napier non aveva tralasciato di riferire a Lord Palmerston quel che il Goodwin gli aveva narrato, e cioè che molti altri nomi di candidati al trono di Sicilia erano qua e là presentati e sostenuti nell'Isola, e che pertanto, in mezzo a tanta incertezza, l'opinione del Governo britannico, qualora fosse fatta conoscere in maniera certa e precisa, indubbiamente avrebbe gran peso sulle prossime decisioni del General Parlamento Siciliano, il Ministro degli affari esteri gli rispondeva, che il Governo di Sua Maestà sentiva nna grande ripugnanza ad incontrare la responsabilità che dal più al meno andrebbe unita ad un suggerimento che esso fosse per dare ai Siciliani circa la scelta del loro Sovrano; non esitava tuttavia a ripetere la sua persuasione, che la migliore soluzione sarebbe pnr sempre quella di eleggere al treno di Sicilia un Principe della famiglia reale di Napoli, dato che fra Napoli e Sicilia v'erano innumerevoli ragioni che avrebbero dovuto consigliare l'unione dei due paesi (l'identità della razza, la prossimità geografica, i comuni interessi commerciali, la prolungata loro convivenza sotto un medesimo governo); ma se questa decisione fosse parsa tuttora impossibile, i Siciliani dovevano decidersi a scegliere il loro sovrano fra i Principi di una Dinastia italiana, che avrebbe facilitato la loro partecipazione alla preconizzata Confederazione degli Stati italiani, alla quale il nuovo Regno doveva necessariamente avvicinarsi, sia por tutelare gli interessi politici e commerciali dell'Isola, sia per toner lontana da essa qualunque nociva straniera influenza; e in questo modo, com'è evidente, Lord Palmerston dava a divedere ch'era suo preciso e radicato proposito di limitare ad un fiancheggiamento diplomatico la sua azione a favore della Sicilia, senza impegnarsi a fondo, senza nemmeno voler prendere in considerazione l'eventualità di un ricorso alla
l) Cnrrespondence ciu, pp. 33741. *) Cnrrespondence cit, p. 345.