Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
anno <1950>   pagina <472>
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472 Cesare Spellanzon
forza.1) Quest'ultimo dispaccio fu scritto da Lord Palmerston quando il General Parlamento aveva giù deciso intorno alla persona del nuovo Sovrano: ma alcuni giorni prima, il 24 giugno, la diplomazia inglese aveva data un'altra prova tangibile non equivoca, della sua perfetta imparzialità di fronte ai due soli candidati al trono dell'Isola sui quali potevano realmente convergere i voti degli ottimati sici­liani; in questo giorno, Lord Napicr scriveva al Console Goodwill, non solo per dirgli quel che gli aveva detto anche in altre sue lettere, ch'era cioè opportuno persuadere il Governo di Palermo della necessità di procedere sollecitamente alla scelta di-un sovrano, il che avrebbe apportato un maggior grado di stabilità al Governo uscito dalla rivoluzione di gennaio, offerto un motivo veramente nazionale d'interesse e di speranza al popolo intero, e fatti svanire gli intrighi e le dissenzioni dei quali una prolungata sospensione dell'officio monarchico poteva far teatro la Sicilia, mentre la elezione poteva farsi ancora prima clic fosse compiuta la discus­sione dell'Atto costituzionale, discussione che poteva senza difficoltà continuare ad essere esaurita nell'attesa'che il Principe eletto arrivasse nell'Isola; per incaricarlo altresì di far conoscere al Settimo e allo Stabile un brano di un dispaccio 17 giugno di Sir George Hamilton, incaricato d'affari britannico a Firenze, il quale narrava di aver avuto testé occasione di intrattenersi col Granduca intorno alle cose di Sicilia, e siccome Leopoldo II mancava da qualche tempo di informazioni dirette circa gli avvenimenti dell'Isola, e si mostrava ansioso d'esserne illuminato, il diplomatico inglese (ch'era in frequente corrispondenza col suo collega di Napoli, che soleva ragguagliarlo con precisione e ampiamente intorno alle movimentate vicende di Napoli e di Sicilia) potè dare al suo interlocutore le hotizie di cui questi era privo, e fu durante tale colloquio, che il Granduca dichiarò nel modo più. aperto ed esplicito, come egli fosse risoluto a non sollevare alcuna difficoltà nel caso che il trono siciliano fosse offerto a suo figlio Carlo, benché egli si riservasse, in tale eventualità, di dare il suo consenso a condizione che il Principe potesse essere accompagnato da precettori di sua fiducia, non avendo quel suo figlio giovi­netto che poco più. di nove anni di età. Anche in questo momento, Lord Napier ripeteva ch'egli non era autorizzato a manifestare qualunque preferenza a favore di questo o di quel Principe, essere tuttavia opportuno che il Governo di Sicilia non ignorasse la buona disposizione del Granduca di Toscana, nella prevista immi­nenza della elezione del nuovo Re. *)
Quanto alla Francia repubblicana, è in primo luogo da rilevare, che in nessun momento essa ai preoccupò di suggerire al Governo di Palermo l'adozione del reggimento popolare a preferenza di quello monarchico; evidentemente perchè Parigi (l'aveva dichiarato senz'ambagi il Lamartine nei primi giorni del Governo suscitato dalla rivoluzione di febbraio, e nuovamente lo disse il Ministro Bastide, nel settembre successivo, a Lord Normanbv) era avversa al distacco della Sicilia da Napoli, e non era difficile indovinare che una repubblica siciliana .avrebbe fatal­mente e irreparabilmente diviso, anche sul terreno politico, l'Isola dal Conti­nente.3) Per due motivi essenziali la Francia seguiva questa linea di condotta, perchè, a malgrado delle contrarie esplicito dichiarazioni del Governo britannico.
') Correspondence ini., pp 34>7t 356.
2) Correspondence cìt., pp. 359-60.
*) FARDELLA ni TOHHKAHSA, op. cit., pp. 213, 297; DE C LICHEN, ICS grande* ques­tiona européennes et Ut diplomane dea Puisaonces sous la seconde Répuhliquo franquise. Paria, 1925, U I, p. 209.