Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
anno <1950>   pagina <473>
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Francia e Gran Bretagna in Sicilia nel 1813, ecc. 473
conformi d'altronde a tutti i suoi atteggiamenti, e ai consigli clic dava, io pubblico e in privato, sia al Re di Napoli* sia al Settimo e allo Stallile, la Francia sospettava clic l'Inghilterra mirasse a farsi della Sicilia un soggetto: opperò la Francia giudi­cava, che una Sicilia disgiunta da Napoli sarebbe indubbiamente un reame troppo debole, che sentirebbe la necessità di appoggiarsi ad un altro potente per averne protezione ed aiuto, quasi certamente all'Inghilterra, che per la sua preponderante forza marittima offriva le maggiori garanzie a quel piccolo Stato insulare, il quale, a sua volta, era in grado di offrire alla flotta di Sua Maestà britannica, alcune preziose basi navali mediterranee, con che la Sicilia sarebbe forse divenuta un altro Portogallo, cioè paese cliente e alleato dell'Inghilterra, di modo clic, la supremazia del grande nordico regno sul mare interno cui anche la Francia ambisce di signo­reggiare ne sarebbe accresciuta. Perchè, inoltre, l'indebolimento dell'altro Stato italiano, il Regno delle Due Sicilie, il solo che per avventura potrebbe arginare le ambizioni conquistatrici del Regno sabaudo, era in netto contrasto con le tradi­zionali direttive della politica francese in Italia, e nel Mediterraneo. Queste erano le preoccupazioni, che guidavano la politica del Governo di Parigi nei confronti della Sicilia. Era perciò inevitabile, che a quel Governo nemmeno fosse per riuscire gradita l'eventualità della elezione al trono di Sicilia del Duca di Genova: e non già perchè, come scrisse il Bastide qualche tempo dopo, questa scelta contribuiva a gettare la divisione e la diffidenza fra i Principi italiani, proprio nel momento nel quale l'unione di tutti gli Stati della Penisola era più che mai necessaria , ma principalmente perchè la Francia temeva pur sempre la formazione di un più * grande Regno italiano proteso sul Mediterraneo, che a non lungo andare sarebbe stato suo competitore e avversario. E come vedeva con sospetto e contrarietà la formazione di mi Regno dell'Alta Italia raccolto intorno a Carlo Alberto, così essa non poteva approvare che la Corona di Sicilia toccasse a un figlio di quel Sovrano, che sembrando prossimo a diventare il più potente d'Italia, costituiva agli occhi di quel Governo il pericolo più manifesto e imminente, quello che più d'ogni altro Parigi voleva stornare, inquantochè anche Sicilia sarebbe stata, in tal caso, un altro elemento del processo formativo dell'unione dell'Italia, ì progressi del quale la Francia avrebbe comunque voluto rallentare, soprattutto in quell'ora nella quale l'animo della nazione italiana pareva concentrato nell'ansioso desiderio di guada­gnare tale meta. ')
Cionondimeno, poco prima che il nuovo Re fosse proclamato dal General Parlamento, anche la Francia, giusta quel che gli Inviati siciliani scrivevano, e che lo Stabile era in grado di comunicare alle due Camere, mostra vasi disposta ad acconciarsi all'idea di una Sicilia staccata da Napoli: infatti* alla fine di giugno, il Bastide, desideroso pur sempre di procederò d'accordo con l'Inghilterra nelle grandi questioni europee che allora si .dibattevano, faceva noto al Foreign Office, obe il Governo francese si sarebbe conformato alle decisioni che avrebbe adottato il Governo britannico nei riguardi della indipendenza della Sicilia, non appena che un Governo definitivo vi fosse stato costituito; e una comunicazione non dissimile faceva' il Lamartinc al rappresentante siciliano a Parigi, al quale prometteva, che
') LA FARINA, Istoria dor.., ci!., voi. I, pp. 236-7; C. GEMELLI, Storia delia Siri-liana Rivoluzione del 1848*1849, Bologna, 1868, voi. I, p. 367; BIANCHI, Storia doc, cit., voi. Vt p. 216; J. BASTIDE, La République Franqaise et l'Italie en 1848. Recito, Notes et Documento diplomatiques. Bruxelles, 1858, p. 167.