Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
anno <1950>   pagina <475>
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Francia e Gran Bretagna in Sicilia nel 184-8, ecc. 475
rispondere a questa domanda, che lo Stabile non mancò di formulare al Baudin junior, un vapore partiva appositamente alla volta di Livorno: v'era imbarcato quél tale agente ufficioso della Corte di Firenze, venuto a Palermo a perorare l'elezione del Principe-giovinetto, il quale faceva ritorno nella capitale toscana onde interrogare il Granduca; ma la risposta, se risposta vi fu, non potò: arrivare a tempo.*)
Il 10 luglio la Costituzione era compiuta: le due Camere l'avevano approvata in ogni sua parte, alquanto affrettatamente gli ultimi articoli, che d'altronde erano esaminati e discussi per la terza volta, così come era avvenuto per tutte le altre parti della legge fondamentale. Era corsa, evidentemente, un'intesa fra la Presidenza della Camera dei comuni, la maggioranza dei rappresentanti, e lo Stabile, quella di continuare la seduta, cominciata anche quel giorno due ore avanti il mezzodì, senza interruzioni, finché alla Costituzione non fosse dato l'ultimo tocco, e finché il nuovo Re non fosse eletto e proclamato: perciò le Camere s'eran dichiarate in permanenza, e i lavori procedevano febbrilmente. La più gran parte della Guardia nazionale era in armi, e cingeva la sede del Parlamento di baionette, che parevano (nota il La Farina) più atte ad imporre che a difendere , cosa che il Marchese di Torrearsa nega recisamente, affermando che in nessun momento il Parlamento ebbe a subire ninna pressione; e non pertanto sembra verosimile quel che narra il Calvi, che quando taluni rappresentanti, stimolati da imperioso bisogno, presen­tar onsi all'uscio della sala per uscirne, furono inesorabilmente respinti dalle baio­nette de' militi della Guardia nazionale, [cosicché essi furono costretti a sofferire il digiuno sino alle ore due della mattina del giorno 11 , che fino a quest'ora sì prolungò la storica riunione; e ciò perchè la Guardia nazionale voleva ormai il He (scrisse Michele Amari) per amore o per forza, eppcrò si oppose a che pari e rappresentanti uscissero dall'antico convento di San Francesco, dove erano allo­gale, in due sale distinte, le due assemblee costituenti; e ciononostante, il solenne atto (diceva ancora l'Amari) fu compiuto con desiderio e gioia universale.2) Non v'ha dubbio, che un lavorio intenso e prolungato di retroscena dovette essere compiuto in precedenza, dallo Stabile o da clii per lui, allo scopo di far coincidere la volontà di tutti i pari e rappresentanti, cosi da conseguire la unanimità dei suf­fragi sul grave argomento della elezione del nuovo Re. Ormai lo Stabile, che era l'uomo di maggior peso e autorità, e con lui il Presidente, e i Ministri, e la maggioranza dei patri oli, s'erano persuasi della opportunità di dar la preferenza al Duca di Genova, giacché infine, il pensiero di chiamare sul trono siciliano un Principe di Casa Savoia era stato manifestato da taluni capi siciliani fra i maggiori dell'Isola, forse dallo stesso Stabile, fin dal mese di marzo, a Lord Minto, allorquando l'inviato di Lord Palmerston ebbe occasione di intrattenersi a Palermo
) D'ANCONA, Carteggio eh., voi. I, pp. 250, 253 sgg., 27.6-7; LA FARINA, Istoria doc. eh., voi. I, pp. 2374; [CALVI,! Memoria cit., t. T, pp. 278-9 n. 2; BIANCHI, Storia doc., eh., voi. V, pp. 214-5; C, AVARNA DI GUALTIERI, Ruggiero Settimo nel Risorgimento Italiano, Bari, 1928, p. 144; DB GUICMISCT, op. cit., t. 1, pp. 168-9; BASTIDE, op. cit., pp. 167*8 ; 0 POTTP.0, Lettore di Gioacchino Ventura al Govèrno di Ruggiero Settimo (Estratto d*lArchtvio Storico per la Sicilia), Palermo, 1940, pp. 134.
2) LA FARINA, Istoria doc, cit., voi. I, p. 239; FADDBLLA DI TORREARSA, op, cit., pp. 317 sgg.; [CALVI,] Memorie cit., . 1, pp. 279 sgg.; LA PRONA, op. cit., p. 88; M. BEL-TRANI-SCALIA, Memorie Storiche della Rivoluzióne di Sicilia del 1848-1849, Palermo, 1934, voi. II, p. 134.