Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
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1950
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476 Cesare Speliamoli
con quelli, intorno a questa materia, di somma importanza per l'avvenire della Sicilia.1) Fu così, che quando, alla Camera dei comuni, il Presidente sorse ad invitare i rappresentanti, a scegliere quell'uomo fortunato, che doveva venire a règgere i destini della patria, a consolidare l'indipendenza, e ad accrescere la gloria della Sicilia, tutti, fatto l'appello nominale, si espressero ad uno stesso modo, si trovarono concordi nel proclamare Re de* Siciliani il Duca di Genova, figlio di re Carlo Alberto. Ugualmente decideva, quasi nel medesimo momento, la Camera dei pari, la quale ben tosto mandava un messaggio all'altra assemblea con l'annunzio di tal sua unanime votazione. Anche sui nome che questo nuovo Re avrebbe dovuto assumere nel salire al trono era per certo intervenuto un accordo preventivo, giacché il Duca di Genova nomavasi Ferdinando Alberto Amedeo, mentre egli fu acclamato col nome di Alberto Amedeo primo Re de* Siciliani, e ciò perchè ripugnava universalmente di suscitare un nuovo Sovrano col nome aborrilo del vecchio, che la rivoluzione aveva detronizzato. Fatta la proclamazione, e rallegrandosi la deputazione dei Pari inviata ai Comuni, che ormai fosse compiuto lo Statuto Costituzionale, e data intera esecuzione al decreto del 13 aprile, il Marchese di Torre-arsa affermava essere auspicio promettitore di bene il vedere che i destini della patria si compi [Va]no fra la concordia e la fraterna armonia di uomini liberi , A sua volta, il presidente della Camera dei pari, Domenico Lo Faso Pietrasanta duca di Serradifalco, rispondendo al rappresentante Antonio Agnetta, die aveva recato ai Pari notizia del voto dei Comuni, pronunziava parole di lode per i Siciliani, che col loro sangue e con tanti generosi sacrifici avevano rialzata la patria a luminosi destini. Infine, l'entusiasmo si manifestò in tutti caldissimo, e ben presto traboccò fuori del recinto parlamentare. Benché fosse ora avanzata della notte, la novella corse fulminea per la città, die d'un tratto si scosse, e fu giocondamente illuminata; suonarono a stormo le campane; la popolazione si affrettò nelle vie e nelle piazze, esultando e acclamando. Allo spuntare del giorno, i legni da guerra inglesi e francesi ancorati nel porto inalberavano la bandiera siciliana, e la salutavano con le salve d'uso fra nazioni riconosciute ed amiche: il Porcepine, vapore inglese da guerra, era messo a disposizione del Governo palermitano, e partiva ben presto, con a bordo un corriere straordinario, che andava a recare agli Inviati siciliani nella capitale piemontese Pannunzio della avvenuta elezione: e quindi la fregata francese Descartes era offerta alla deputazione scelta dal Governo siciliano perchè andasse a Torino e al campo del Re di Sardegna ad offrire ufficialmente al Duca di Genova la Corona del reame di Sicilia. Le altre navi delle due flotte di Francia e di Gran Bretagna restavano nelle acque di Palermo, in attesa dell'arrivo del nuovo Re, ond'essere prime a fargli onore.2)
Non tardava, il 15 luglio, il Borbone di Napoli a dar fuori mia vibrata protesta, lo terza dopo quelle del 22 marzo e del 18 aprile, con la quale dichiarava illegale, irrito, nullo e di niun valore, L'atto deliberativo di Palermo del di 11 luglio 1848,
1} Correspondfittce, c4t, p. 286*
) Le Assemblee ecc., cit., Sicilia, voi. I, pp. 1144-5; voi. IH, pp. 825-6; [CALVI,1 Memorie cit., t. I, pp. 246 n. 2, 281 sgg.; LA FAIIINA, istoria doc, cit., voi. I, pp. 240 sgg.; GVMVAAA, Storia detta siciL rivoli, cit., voi. I, pp. 872 sgg.; LANZA DI SCORDI A, op. cit* pp. 142 sgg.; FAHDKLI.A DI TORKEABSA, op. cit., pp. 319 sgg.; Bei.TUArM-SGAUA* op. cit., voi li, pp. 132 sgg.