Rassegna storica del Risorgimento

1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
anno <1950>   pagina <477>
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Francia e Gran Bretagna in Sicilia nel 1848, ecc. 477
col quale era stato violato il principio della unita e della integrità della monarchia ad i sacri diritti della nostra real persona e dinastia .l) E questa protesta comuni­cava alle Corti europee, con una nota nella quale affermava essere indispensabili, allo equilibrio ed alla indipendenza della Penisola, la integrità la unità e la forza del Regno delle Due Sicilie, soprattutto in quel momento nel quale parevano probabili e prossimi notevoli mutamenti territoriali nell'Italia settentrionale; né potersi supporre che si volesse lasciare al Re di Sardegna il diritto di decidere di molu-proprio una così grave questione, nella quale sarebbe giudice e parte ; indi continuava chiedendo, che mai sarebbe della indipendenza e della stabilità delle monarchie, pietra angolare del diritto internazionale e del sistema politico del mondo incivilito, qualora si concedesse ad una fazione o ad una parte di nazione la facoltà di sottrarsi dal dominio del proprio sovrano e distaccarsi dallo Stato di cui è parte, grande o piccolo che sia, onde scegliere a suo capriccio un nuovo sovrano, ed accrescere la forza di un altro potentato, specialmente quando questo fosse già forte e ben costituito . Una nota di protesta particolarmente rivolta alla Corte di Torino approntava inoltre il Ministero napoletano, e venne presentata al Ministero sardo il 20 luglio dal Conte Guglielmo Ludo 11", che sostituiva il titolare della Legazione, Pier Silvestro Leopardi : dicevasi in essa, voler credere il Borbone, che il Re di Sardegna e la sua diplomazia non avessero avuto alcuna parte nella decisione recente del General Parlamento siciliano, desiderando quel Re serbare intatti quei vincoli di buona amicizia tra i due Regni, che tanto apparivano neces­sari alla conservazione della tranquillità e della indipendenza della Penisola; che se invece, contro ogni previsione, la sconsigliata offerta de' Siciliani fosse per essere accettata, ricordassero il Re di Sardegna e il suo Governo, che- il Re delle Due Sicilie, rotta ogni amichevole relazione con la Corte di Torino, e forte del suo buon diritto, non esiterebbe a valersi, per tutelarlo, di tutti quei mezzi di cui poteva disporre, e difenderebbe fino all'estremo una causa, la quale toccava dappresso i destini del genere umano, e doveva necessariamente interessare tutti quei governi e quei popoli ch'erano in grado di sentire i doveri imposti da una legge comune.2) Intanto che da Napoli partivano queste concitate proteste, la delegazione siciliana navigava alla volta di Genova: era essa composta dei pari Duca di Scrradi falco, barone Pietro Fiso, Ferdinando Monroy principe di San Giuseppe e di Belmonte, Gabriele Castelli principe di Torremuzza, e dei rappresentanti Francesco Ferrara, Francesco Paolo Perez Giuseppe Natoli, Gabriele Carnazza. Benché alcune novi da guerra napoletane incrociassero nel Mar Tirreno all'altezza della Spezia, forse col proposito di fermare e catturare la missione, tanto che nei giorni scorsi avevano formato e sotto 'bandiera e favella mentita alcuni altri legni, tra i quali uno di pertinenza francese, gli Inviati siciliani toccavano felicemente la capitale ligure, dove, allo sbarco, erano salutati dalle navi sarde, con l'alzo della bandiera isolana, e con quindici colpi di cannone. Dopo dì che, essi raottevansi in moto per raggiun­gere Torino.3)
i) G. G. Rossi Stòria de* rivolgimenti politici nelle Due Sicilie dal 1847 al 1850, Napoli, 1851, voi. I, pp. 232-3.
2) L, ISNAKDI, Vita di S. A. Reale il Principe Ferdinando di Savoia, Duca di Genova,. Genova, 1857, p. 200; Bi ANGUI, Storia doc, cit., voi. V, pp. 217-8; LANZA m SCOSCIA, tip. vii., pp. 144-5.
*) Sicilia e Piemonte cit, pp. 19*20.