Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; INGHILTERRA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; FRANCIA
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1950
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478
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478 Cesare Speltanzon
11 primo annunzio dello elezione del Duca di Genova a Re de' Siciliani, il ministro Lorenzo Pareto l'apprese dall'ambasciatore inglese Sir Ralph Ahcrcromby. ') 1 rappresentanti del Governo di Palermo a Torino* Emerico Amari e Casimiro Pisani (il La Farina faceva intanto ritorno nell'Isola), non appena avuta comunica' zione del voto dell'I 1 luglio, s'affrettavano a partire per il Qaarticr Generale del* l'esercito sardo, onde partecipare quella nuova a Carlo Alberto, e al Principe clic riguardavano come il loro nuovo sovrano. Giungeva frattanto a Torino -la deputazione guidata dal Duca di Serradifaleo, la quale, senza por tempo in mezzo si presentava al Pareto, che si tenne in atteggiamento di prudente riserbo, nulla disse cicca la decisione che il Re e il Duca avrebbero presa, solo dette loro rassicurazione che avrebbe scritto al Sovrano per annunziare come fossero arrivati, e che al più presto li avrebbe fatti avvertili del giorno in cui Carlo Alberto consentirebbe a riceverli,2) E poiché la deputazione siciliana recava seco una bandiera tricolore, che Sicilia mandava in dono a Sardegna, il Pareto scriveva il 16 un messaggio di ringraziamento a Ruggiero Settimo, antidatando il foglio al 14 luglio, per essere così giustificato se non diceva in esso una sola parola della offerta del trono culo al Principe sabaudo.3) All'estremo riserbo del Ministro di Sardegna per gli affari esteri corrispondevano certe voci, che la deputazione siciliana non tardava a raccogliere qua e là, le quali dicevano non essere ben certo che il Duca accetterebbe l'offertagli Corona o che almeno l'accettazione non sarebbe presto e facilmente manifestata. Ma in quella facevano ritorno a Torino i due primi inviati di Sicilia nell'Alta Italia, i quali narravano al Serradifaleo e ai suoi compagni di essere stati ricevuti al campo da re Carlo Alberto, e di averne ottenuto lusinghiere dichiarazioni a favore della Sicilia, se non ancora la promessa che la Corona dell'antico e nuovo reame sarebbe stata accettata dal figliol suo. Intanto che l'attesa loro si prolungava, a causa dei sopraggiunti rovesci subiti dall'esercito sardo in sulla fine del luglio, i membri della deputazione siciliana dovevano nuovamente annotare nei loro dispacci allo Stabile, come la voce che il Duca di Genova avrebbe risposto con una ripulsa continuasse a correre con preoccupante insistenza a Torino: e tale diceria essi non esitavano a mettere in relazione col sospetto, che fin dal primo momento avevano concepito nei riguardi del Ministro Pareto, che giudicavano in ogni modo contrario alla formazione di un regno siciliano indipendente, tenacemente attaccato com'egli era all'opposto principio di una piena assoluta fusione dell'Isola col più grande regno sabaudo dell'Italia settentrionale.; e veramente, questo pensiero, che la deputazione siciliana attribuiva al Pareto, e soltanto a lui, affermando che la maggioranza dei Piemontesi era avversa ad ogni idea dì fusione, non doveva invece essere pensiero recondito e unicamente coltivato dalla mente del Ministro genovese, giacché la Duchessa di Savoia, scrivendone al marito il 20 luglio, diceva chiaramente, che a Torino non erano extrémement enchantés di quella decisione del Parlamento siciRano, in quanto con auroit voulu que la Siri le aussi se donna au Roi [Carlo Alberto] et ne fit pas un pays à part.4)
!) Sicilia e Piemonte cit p. 37.
2) Sicilia e Piemonte eìt., pp. 20*1.
*) V. CIAM, Lo candidatura ai Ferdinando di Savoia al trono di Sicilia, in Nuova Antologia, a. 19Ì5r p, 361 ; te Assemblee cit., Sicilia, voi. IL. p. 85.
*) A. MONTI, La giovinetta di Vittorio Emanuele 11 (1820-1849), Milano, 1939, pp. 466-?; Sicilia e Piemonte cit., pp. 21, 24-5, 29.