Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; DALMAZIA ; VENEZIA-GIULIA
anno <1950>   pagina <484>
immagine non disponibile

484
Fabio Suadi
La libertà di stampa concessa per breve tempo permise ai giornali dì manifestare i sentimenti della citta. Oltre 40 giornali diversi uscirono nel biennio, alcuni di partico­lare importanza e degni dell'esclusione dal Lombardo Veneto per ordine del Radetzky e quindi della soppressione, legalizzata dallo stato d'assedici
Leggiamo alcuni passi.
21 settembre 1848. Gazzetta di Trieste: Siamo ... austriaci - dico per legge e per anni: Siam oggi austriaci; ma dette più accese nostre memorie e dei nostri amori più santi, più grandi, delle nostre gioie, dei nostri lutti, di tutta quanta l'anima nostra siamo italiani italiani.
18 novembre 1848. - Giornale di Trieste: Quando il suo Re la salutava dal Min­cio ira 50,000 soldati, ed eran con lui Romagnoli e Toscani, e lo straniero, disperso e scorato, si sentiva alle spalle le spade dei nostri fratelli, noi nel cuor nostro non avevamo di gran lunga la fede che oggi, riguardo ad un'Italia signora dì sé.
1 febbraio 1849. Messaggero dell'Adria: Le stupende terribili prove della bom­bardata Sicilia: il macello invendicato dei liberali di Napoli; le rivoluzioni ammirande del popolo romano non degenere per senno dagli antichi Quiriti; i prodigiosi sforzi dei discendenti di Dante e di Ferruccio: i sacrifici gloriosi del Gcnovesato e del Pie­monte, il sangue siculo, romano, toscano, sardo, sparso pei* la causa della liberta, le longeve fatiche, i sudori, i pericoli di tanti per inalberare nella Penisola colla Costi­tuente una sola bandiera, tutto ciò, diciam noi, non dovrebbe preparare all'avvenire che una storia curiosa, né essere che un episodio inconcludente nella vita dei popoli?*
Quando il Governo imperiale protestò presso quello granducale per gli eccessi della stampa in Toscana, questa rispondeva che gli articoli incriminati erano stati riportati dai giornali triestini; allora il Ministro Bruch, che nelle giornate del '48 le aveva-prese sode a Trieste, approfittò per vendicarsi ed il 18 giugno 1849 scrisse al Go­vernatore: Qualora gli scribacchini dei noti fogli triestini non dovessero cessare di vituperare il Governo imperiale... voglia Ella disporre la soppressione di quei giornali e la punizione degli interessati.
' Onore agli scrittori italiani di Trieste ! scriveva il 18 novembre 1848 il Risor~ grmento di Torino.
Le ripercussioni dei fatti del biennio si prolungarono ancora e nell'aprile del 1852 la Luogotenenza chiese al direttore di polizia un elenco dei compromessi di allora. L'e­lenco inviato comprende 128 persone. Numero insignificante se l'elenco non fosse stato accompagnato da una dichiarazione di incompletezza, essendovi omessi quei cittadini infidi che conservarono esteriormente un contegno calmo e prudente. Concludeva il direttore di polizia: Non posso sottacere che se non mi fossi tracciato questa linea divisoria, l'elenco degli individui che danno luogo a dubbi circa la propria fedeltà al nostro Governo avrebbe raggiunto una mole tale, che la loro consultazione sarebbe stata resa assai difficile. È malauguratamente fin troppo vero che nella classe delle persone colte, letterari, dottori in medicina ed in giurisprudenza noi non contiamo molti ainceri amici. Il tempestoso periodo degli scorsi anni ha portato a constatare, specie presso gli Israeliti, una aumentata recettività per le novità politiche, quantunque essi qui non avessero alcuna ragione di lamentarsi per la loro precedente condizione civile. Soprattutto non può essere negato che, se, grazie allo spirito buono della mag­gior porte delia popolazione, non si è giunti anche a Trieste ad uno scoppio rivoluzio­nario, sta di fatto che durante quell'angoscioso periodo sono stati gettati con l'esempio* con la parola, con gli .scritti, molti semi cattivi che hanno rilassato >I prestigio dell'au