Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; DALMAZIA ; VENEZIA-GIULIA
anno <1950>   pagina <485>
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// biennio 18449 nella Venezia Giulia e nella Dalmazia, ecc. 4M
torità, scosso l'attaccamento al trono e facilitato in varie guise il diffondersi di teorie rovinose. Questi semi non sono affatto distrutti.
Pure dello Stefani lo studio su La flotta sardo-veneta nell'Adriatico ed il blocco di Trieste, importantissimo per la storia della Marina Italiana e per la memoria dell'Am­miraglio Albini. Anche qui l'autore si è servito di documenti austriaci* e con nostro vantaggio. I risultati dell'azione militare sono apparentemente scarsi, ma la causa non va imputata alla Marina bensì alle gravi incertezze del Governo sardo, le quali pure possono trovare giustificazione nella situazione generale e politica d'Europa.
L'arrivo di una flotta nemica terrorizzò l'Algravio di Salm, che non faceva che tempestare di lettore il suo Governo con assurde proposte, mentre chiedeva spesso l'intervento di tutti i Consoli stranieri presso l'Albini, perchè nulla di .grave succedesse a Trieste, dove l'ambiente commerciale era particolarmente scosso e timoroso di danni da parte del blocco sardo-veneto. Chi non perdette hi calma fu il Gyulai, che, con grande prontezza, riuscì a raccogliere di sua iniziativa la flotta austriaca che si trovava nella zona o pia. lontano in Grecia e a Napoli e ad evitare alcune diserzioni.
La flotta, sfuggendo, col favor della notte e del tempo, il blocco, si ritirò a Trieste sotto la protezione dei forti della città, da dove non si mosse fino all'armistìzio. La Botta italiana dovette rappresentare un grave pericolo se il Salm arrivò al punto di chiedere al comandante della flotta inglese nel Mediterraneo di mandare olla difesa di Trieste almeno due navi da guerra. Il rappresentante austriaco dunque chiedeva l'aiuto dell'Inghilterra contro la flotta sardo-veneta !
Interessante una comunicazione del 1 maggio al Salm del Presidente del Consi­glio Pillcrsdorf, secondo la quale l'Inghilterra non intendeva intervenire a proteggere i navigli triestini, mentre era informato che la Sardegna non solo ha inviato una flotta nell'Adriatico, ma ha pure fatto capire che, mediante la sua precedente dichiarazione di non voler molestare il traffico marittimo austriaco, non intendeva di rinunciare alla sua libertà di movimento nel caso di una provocazione da parte nostra. Qualora, ad esempio, l'Austria dovesse aggredire le popolazioni delle coste italiane, la Marina sarda procederebbe offensivamente contro la nostra. Gli comunicava ancora che il Ministro britannico a Torino avrebbe fatto passi più energici per addivenire ad una conclu­sione pacifica della guerra.
Intanto il Salm concedeva libertà di commercio anche alle navi sarde, mantenendo però il blocco a quelle venete.
La sua preoccupazione crebbe con l'arrivo della flotta napoletana. Chiese a Vienna alme*" armi per la guardia nazionale ed insisteva ancora per ottenere l'aiuto inglese, per evitare il pericolo che parecchi influenti malpensanti passassero all'azione in seguito ad uno eventuale sbarco, tanto temuto dai benpensanti.
L'Albini di quando in quando si spostava verso l'Istria, anche per i rifornimenti che venivano puntualmente pagati e queste brevi scomparse rallegravano il Salm, pronto a hene sperare per disilluderai dopo qualche giorno. Ci fu pure il lato comico in seguito allo sbarco a Barcola di contrabbandieri* che allarmò la difesa austriaca, la quale riteneva addirittura in atto lo sbarco dell'Albini.
Ma più simpatiche sono ancoro le comunicazioni epistolari dirotto tra i due capi nemici. Vi di leggono frasi di questo genere: La,gentilezza usata dalla flotta sotto i comandi di Vostra Eccellenza nel trattare la navigazione mercantile con quei riguardi éhe furono promessi dalla dichiarazione di Sua Maestà il Re di Sardegna.... Non dubito del resto ohe tanto da parte delle forze navali comandate da Vostra Eccellenza come dalla nostra Marina do guerra ara continuato il vicendevole rispetto per la Marina