Rassegna storica del Risorgimento

TAZZOLI ENRICO ; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1950>   pagina <493>
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Giuseppe Mazzini e Don Enrico Tozzoli 493
Fortezza di carattere la sua direi, appunto, rìgidamente severa che gli permise, però, ai sopportare persecuzioni, delusioni, sconforti dolorosi con umiltà e pazienza. Dote questa, adunque, in entrambi, diversamente manifestantesi ma in entrambi quanto degna di ammirazione, quanto conscguente! E.quali recondite e delicate armonie noi ritroviamo comuni nelle anime di quei due Grandi! Mazzini scriveva da Lugano nel settembre 1844- alla madre: avrei pure bisogno di avere voi e qualcuna di questi* vostre e mie amiche vicine! La vita mia corre cosi arida che somiglia ad un1 acqua ch scorra sopra un letto di rupi!. Ed, ancora alla madre:certe mattine, quando splende il sole ed apro la finestra, il lago mi appare bello come una tentazione e chiudo lofi' nostra per non lasciarmi andare alla malinconia di una vita (per ciò che concerne Vin-dividuo) perduta. Ed ancora più tardi: a II segreto della mia vita, scriveva, é sempre stalo questo: avere nell'animo il tipo di ogni felicità, dell'amore, del bello, del grande, delia pace della gioia domestica, dell'amicizia e non poterle toccare mai. Non fu questo, anche, il doloroso segreto spirituale ed affettivo di don Enrico Tazzoli nella sua breve ma intensa esistenza? Leggansi, ad esempio, le lettere sue alla pupilla Marianna Arri -vabene, alla zia Gege. lettere traboccanti di dolci malinconie, di tanta affettuosità! Scriveva al fratello Sordello per le sue nozze a pochi giorni 'dalla fatale sentenza di morte (egli non credeva di morire): e... quando ritornerò fra molti anni fuori dall'erga­stolo oramai vecchio, stanco, emaciato dai digiuni e dalle sofferenze, coi capelli grigi farse allora potrò rivivere una nuova giovinezza nell'affetto dei miei Cari, nelle gioie familiari a me per tanti anni negate, rivivere nell'educazione dei nuovi nipoti..,.
Quale nobiltà, rettitudine di pensiero e di azione invero, quali esempi di vita au­stera ed altruistica in Giuseppe Mazzini e in don Enrico Tazzoli. Triumviro della Re­pubblica romana, Mazzini ordinerà a Felice Orsini di ristabilire l'ordine nel modo più energico ad Ancona in tumulto per azioni violente e settarie che condussero a morti e a feriti. Mazzini ordina di agire severamente perchè nella Repubblica romana non si permettono assassini politici. Ancora egli sancisce: a Roma non vi possono essere me" diocrità morali... nella religione repubblicana non s'introduce la eresia dell'intelleranzal, e contro gli scalmanati ed i settari Mazzini opera secondo il suo Credo morale che egli, cosi, afferma: Dio ha dato a noi tutti una legge morale che dice: ciò che ti pare bene secondo il tuo cuore e la tua intelligenza, prodigalo e praticalo sempre con la parola, con l'azione, con l'esempio. Dio, cuore, coscienza, il bene nella verità sono pure questi i richiami fondamentali della lettera, quasi testamento spirituale, che don Enrico Taz­zoli indirizzerà all'amatissimo nipote Enrichetto Urangia Tazzoli prima di salire il pa­tibolo. Ed egli, il Tazzoli, a sua volta, come capo del Comitato insurrezionale manto­vano, disapproverà e condannerà il tentato assassinio ideato dallo Speri e dal Poma del famigerato I. R. Commissario di polizia austriaco Rossi; il decretato assassinio del Maz­zolai direttore dell'austriacante gazzetta bresciana La Sferza, la proposta Scarsel-thri di sopprimere l'Imperatore austriaco Francesco Giuseppe. E, nei dolorosi e sangui­nosi tumulti contro gli Ebrei di Mantova, nel 1842 Tazzoli solo si ergerà a fiero paladino di questi contro gli scalmanati e settari e l'austriaco aizzatore. Per il Tazzoli come per il Mazzini, non v possono essere problemi razziali.
Circa la filosofia di Mazzini e Tazzoli non parrà, tuttavia, illazione lo no-sera il ricordare come tale pure il grande Apostolo genovese accostandolo, quasi, al Rosmini ed al Gioberti studiati ed ammirati tanto da don Enrico che nelle ne librerie aveva opere e commenti di entrambi con un sunto da lui chiosato del Gioberti di cui rimangono tuttora 90 fitte pagine manoscritte. Nell'esame dei