Rassegna storica del Risorgimento
TAZZOLI ENRICO ; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1950
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pagina
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499
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Giuseppe Mazzini e Don Enrico Tozzoli 4>99
ritolta di un Anonimo Lombardo, seppure quest'ultimo il Torelli non sia stato, a sua volta, influenzato dal martire e dotto professore mantovano col quale il Torelli ebbe contatti non brevi e frequenti e ne subì l'influenza politica e sociale. Non bisogna dimenticare che il Torelli (già imperiale R, impiegato austriaco educato al Collegio Teresiano di Vienna) passò due interi anni quale alunno di concetto nella I. R. Delegazione provinciale di Mantova (attuale Prefettura) ed egli ritenne il tempo trascorso nella città dei Gonzaga in intima fraterna compagnia di patrioti quali il Tozzoli, don Ferrante Aporti, il marchese Giuseppe Valenti Gonzaga, decisivo nella formazione delle sue idee politico-sociali e del suo carattere* Non poco contribuirono questi contatti alle sue dimissioni dall'impiego austriaco del 1836. Il Torelli si ritrova, ancora, còl Tazzoli a Lucca nel 1843 al IV Congresso degli scienziati italiani. La comunicazione originale del Tazzoli sui problemi agrari sarà al Torelli d'incentivo più tardi (come ricordammo) per la costituzione dellVi ssociaaione Agrària Valtellinese. A pochi mesi da quel novembre 1845 nel quale Torelli incomincierà a scrivere i suoi Pensieri suWItaUa di un Anonimo Lombardo nei quali sostiene la necessità dell'abolizione del potere temporale del Papa ! Torelli riceverà a Tirano di Valtellina, nel suo palazzo, la visita, a lui graditissima, di Maurizio Farina e del vecchio amico di Mantova il marchese Giuseppe Valenti Gonzaga intimo, quest'ultimo, del Tazzoli del quale pienamente divideva le idee politiche e le speranze più care insieme divulgate e discusse suWasssetto futuro ferri' toriate di un'Italia unita ed indipendente con inclusa la soppressione della territorialità papale'.
Duolmi che in passate critiche al lavoro del Torelli non si sia tenuto affatto conto dell'influenza del Tazzoli sul Torelli in merito, probabilmente perchè gli autori la ignoravano.
Concludendo queste brevi note su Giuseppe Mazzini e Don Enrico Tazzoli, rilevandone le molteplice armonie pure balzanti nitide e persuasive nelle stesse differenziazioni a cui ora accennammo a noi piace entrambi evocarli, ancora una volta, nel pensiero e nelle frasi alate e scultoree che il nostro grande poeta, il Carducci, dettò allorché Giuseppe Mazzini dopo 40 anni di esilio passò libero per terra italiana da Pisa al sepolcro di Stagliene. Giacché nel capo spirituale dei Martiri di Belfiore rivisse in gran parte e fiori, ripetiamo, lo spirito del Maestro nell'ardente suo amore per la famiglia, la patria, l'umanità che fu il supremo comune ideale di quei due Grandi. Scrisse, allora, il Carducci nell'Epigrafe sua per l'Apostolo genovese:
L'uomo
che tutto sacrificò
che amò tanto
e molto compati e non odiò mai .
Tale pure dobbiamo ricordare, nel pensiero e nell'azione sua, don Enrico Tazzoli,T)
TULLIO URANGIA TAZZOLI
') Anche per ometta eoanmicozioae vale la nota di p. 26.