Rassegna storica del Risorgimento

1849 ; LUIGI BONAPARTE RE D'OLANDA
anno <1950>   pagina <502>
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Franco Valsecchi
e le imprime la sua improntai modificando la tradizione diplomatica antecedente, e determinandone gli sviluppi. Le Assemblee la Costituente prima, la Legislativa poi diverse nella composizione, contrastanti negli indirizzi rimasero al ruolo di comparse, enei! potere esecutivo eluse o manovrò a suo modo: il potere esecutivo, rappresentato ai dal governo, ma anche, e al disopra del governo, dal Presidente della Repubblica, cui la costituzione lasciava un decisivo margine d'autonomia. È il Bonaparte che, supe­rando i dubbi e i dissensi delle Assemblee, dirigendo l'azione del governo, dà all'inter­vento in Roma la sua fisonomia, ne determina le mete.
Il Bonaparte, che, di fronte agli ondeggiamenti delle rappresentanze parlamentari, si pone come l'autentico interprete della volontà nazionale. È l'eletto del popolo ; un vero e proprio plebiscito l'ha portato alla carica suprema dello Stato. Non rappre* senta un partito: in questa repubblica presieduta da un Bonaparte, il partito bona­partista occupa un posto di secondo piano, scarso di voti e di segnaci. La Francia s'era rivolta ad un uomo, non ad un partito: ad un uomo ch'era diventato il simbolo delle aspirazioni dominanti. In lui, la Francia moderata e borghese, allarmata dalla minac­ciosa crisi sociale provocata dalla rivoluzione, aveva perseguito il miraggio dell' no­mo forte , àncora di salvezza nel momento del pericolo. Rendetea onesto nobile paese, così pieno di vita e di avvenire, l'ordine, la stabilità, la fiducia : questo appello, con cui si cercherà di giustificare, più tardi, la sua dittatura, è già l'espressione dello stato d'animo che ha condotto alla sua elezione. Ed egli è ben conscio del com­pito che questo voto gli affida. Quando la rivoluzione compie, sotto il suo governo, l'estremo tentativo insurrezionale del giugno 1849, trova la mano di ferro che l'opi­nione universale richiede e si aspetta, La causa ch'io difendo dice nel suo procla­ma è la vostra, quella delle vostre famiglie e delle vostre proprietà... Non indietreg­gerò dinnanzi a nulla, pur di farla trionfare.
come a Parigi, così a Roma, la sua azione risponde alle premesse della sua posizione. La repubblica romana rappresenta, in Italia, quello ch'egli è stato chiamato a combattere in Francia: lo spirito rivoluzionario, la minaccia all'ordine, alla stabilità, alla sicurezza. E poi, v'è il clero, v'è la grande massa cattolica, che ha cercato in lui la pia sicura diga contro il giacobinismo laico, nemico della tradizione e della fede, clic ha seguito in lui. insieme al campione dell'ordine, il difensore della Chiesa. Impegnarsi nella difesa di quella repubblica romana che ha cacciato dalle sue mura il Pontefice, sarebbe, per il Bonaparte, minare le basi stesse del suo potere e della sua forza.
Ma il voto delia Francia non s'era rivolto a lui solo come al rappresentante della stabilità, sociale, dell'autorità politica. Un'altra garanzia- costituiva il suo nome. Egli non era l'erede delle vecchie dinastie, legato ad ideali ad interessi che rinnegavano le conquiste democratiche. Fra 1 erede di una tradizione, la tradizione napoleonica, nata dalla democrazia, si presentava come l'incarnazione della sovranità popolare, in antitesi col diritto divino delle vecchie dinastie. Cosi, dinnanzi alla Francia, egli si erige a conciliatore dei principii opposti che la Francia conciliava nei suoi desideri, autorità e democrazia, a Spero proclamava spero di assicurare i destini della Francia, fondando delle Istituzioni che rispondano ad un tempo agli istinti democra­tici della nazione, e al desiderio universalmente espresso di avere ormai un potere forte e rispettato .
La sua politica romana non è una passiva continuazione delle direttive già segnate dal regime repubblicano: sorge da sue proprie esigenze interiori. La tradizione ch'egli invoca è la tradizione napoleonica, e i principii cui essa si ispira, a Quando i nostri eserciti fecero il giro dell'Europa, lasciarono dovunque, come traccia del loro passaggio,