Rassegna storica del Risorgimento

CAMPI GIUSEPPE ; GIANNONE PIETRO
anno <1917>   pagina <808>
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808
G. Canevaesi
Ma ecco finalmente la lettera del Giannone :
LETTERA IV.
Firenze, 22 dicembre 1865. Caro il mio Campi. -*
A te, nomo di cuore e di testa, non farà, specie eli' io segua un'antica consuetudine contratta fino dalla primissima età nelle nostre famiglie, e tor­nerà grato anzi ch'io t'auguri felicissime le feste natalizie ed il primo del­l'anno. Lasciando da parte ogn'altra considerazione, questi giorni ridestano tante rimembranze soavi; né solamente per questo meriterebbero sempre d'essere celebrati e santificati/ per così dire da noi, col richiamarci alla me­moria dei non molti amici veri che abbiamo. Ed io quantunque malato, de­bolissimo ed astretto alla dieta, propinerò in que' giorni, non solamente alla tua salute, ma al compimento d'ogni tuo desiderio.
Non ti ho ringraziato prima delle sensatissime osservazioni fatte ai po­veri versi, che ti mandai col mezzo d'Egidio, per non distrarti dai tuoi studii involandoti il benché minimo spazio di tempo: lo fo ora profittando dell'occa­sione, e ti dico che le ho volonterosamente accolte e seguite, tranne due sole, e son queste:
In rlmproverio del seco! selvaggio .
Il nostro gran maestro ben diceva selvaggia un'età in cui la feròcia e la foga delle passioni facevan commettere delitti che, se non altro, mostravano il vigore d'animi non infiacchiti da un incivilimento eunuco; ma io come potrei dirlo, io nato in tempi in cui la stessa colpa assume, per eccesso d'ipOr etisia e* stravolgimento d'idee tali sembianze da confondersi quasi con la virtù?
-...... nò sperar pace
lESTedl tombe adulate. In esse il sangue Vindice irrompa e cresca a te l'inferno.
Sarebbe ottima correzione; ma la. parola sangue ricorre un po'prima, (Fwrohè l'immane avidità s'appaghi Che vi palpita in cor di sangue invece) non posso torla dal luogo cl'ov'è, né ripeterla qui. La tua osservazione che * generosi salgono i paUboli con saldo passo e con animo imperturbaio, è acuta e nobilissima ad un tempo; ma, s'io non-avessi saltato un verso dal­l'originale copiando, avresti visto ch'io non aveva sconosciuta questa gran verità. L'originale dice cosi:
, né sperar pace
Selle tombe adulate. In esse il piante Delle mogli e de' pargoli innocenti Dello vittime tue, converso In onda Di foco, irrompa, e cresca a te l'inferno !