Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA ROMANA (1849) ; ROMAGNA
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Piero Zamà
porte. Bisogna dunque aiutare Bologna a resistere: questo sembra a tutti il primo dovere e la necessità dell'ora. Ed ecco il concentramento dei battaglioni Civici romagnoli a Castel San Pietro dove essi giungono dal 10 all'll maggio. Ma il giorno 12 giungono a Castel San Pietro due messi bolognesi, Achille Albini e Camillo Casarini, i quali dissuadono i Romagnòli a proseguire, e li persuadono piuttosto a tornare alle loro case, giacche il nemico avanza.
Come è noto, il 16 maggio il Wimpffen exnana da Bologna il suo proclama persuasivo e minaccioso nel tempo Stesso: in quel giorno medesimo il preside Boccaccini di Ravenna si affretta a lasciare il posto: il 18 la cavalleria austriaca è a Faenza donde prosegue per Forlì. A tarda sera di quel giorno anche il preside Laderchi si allontana coi famigliari ed alcuni funzionari dirigendosi alla volta di Roma.
Ora si abbattono stemmi repubblicani e Alberi della Libertà. Si ode persino qualche grido di festa rivolto ai soldati nemici: essi vengono salutati (quali profonde radici hanno certi -vizi!) col nome di liberatori. In verità la Repubblica Romana in Romagna era morta, e possiamo dire che essa già non viveva più nel cuore di molti che avevano creduto o almeno sperato, poiché non è sulle violenze e sui delitti ammantati di patriottismo che trovano vita i regimi.
Forse la piccola cronaca romagnola che abbiamo rapidamente riassunta nei suoi aspetti principali può recare appunto il suo valido contributo per una maggiore comprensione del breve periodo che ha nome da Roma repubblicana. Può intendo dire- aiutare a togliere qualche paludamento con cui la storia riveste ancora uomini e cose di quei giorni, può aiutare a vedere meglio le linee architettoniche pulite di retorico ornamento.
I quali ornamenti non servono nemmeno come troppo spesso si è creduto - ad educare all'amor di patria, giacché niente vi è che educhi in modo migliore e più efficace della verità.
Inoltre la cronaca accennata ci dice le ragioni dell'orientamento successivo di molti patrioti di Romagna i quali dopo la sofferta esperienza camminarono su altre strade, non chiamati da interesse, ma dalla convinzione che queste e non quelle conducessero alla meta dell'unità e dell'indipendenza.
PIERO ZAMÀ.
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